Ḥarīrī, Saad. – Uomo politico libanese (n. Riyad, Arabia Saudita, 1970). Ha studiato in Arabia Saudita e negli Stati Uniti, laureandosi in Economia internazionale presso l’università di Georgetown. Figlio dell’ex primo ministro Rafiq Ḥarīrī, assassinato nel febbraio 2005, gli è succeduto alla guida del Movimento per il futuro (movimento sunnita, filo-occidentale e antisiriano). In seguito alle elezioni del giugno 2009 è diventato primo ministro, a capo di un governo di unità nazionale, fino al gennaio 2011, quando gli è subentrato N. Mikati, la cui nomina, decisa da Suleiman e appoggiata dalle forze di Hezbollah, ha suscitato forti proteste da parte dei sostenitori del premier uscente. Nel giugno 2011 le violente sollevazioni popolari esplose in Siria contro B. Assad si sono estese in Libano, provocando sanguinosi scontri tra le opposte fazioni dei sunniti e degli alawiti fedeli al presidente siriano, e costringendo l'ex premier Ḥ. - secondo i servizi segreti statunitensi e sauditi fatto oggetto di minacce da parte di agenti siriani e iraniani - a rifugiarsi in Francia. Dopo le dimissioni dei successivi governi di N. Mikati (2011-13) e T. Salam (2014-16), e superata una situazione di stallo politico in cui sia il Parlamento sia il governo hanno continuato a rimanere in carica nonostante la fine dei loro mandati mentre è rimasta vacante la carica di presidente, nel novembre 2016 il neoeletto presidente M. Aoun ha nominato primo ministro del Paese Ḥ., che nel novembre dell'anno successivo ha annunciato le sue dimissioni in ragione delle ingerenze dell'Iran nella vita politica del Libano, sospendendole pochi giorni dopo a seguito della richiesta di dialogo del presidente Aoun. Le elezioni legislative tenutesi nel maggio 2018 – le prime dal 2009 – hanno comunque registrato un netto mutamento negli equilibri politici del Paese, con la netta flessione del Movimento per il futuro di H., che è sceso da 38 a 21 seggi, in parte compensata dal successo delle Forze libanesi cristiane guidate da S. Geagea, alleato strategico del premier. Nei mesi successivi l'aggravarsi della crisi economica ha continuato a erodere il consenso popolare all'esecutivo, accusato di corruzione e incapacità gestionale, fino a esplodere nell'ottobre 2019 in violente manifestazioni di piazza che hanno costretto H. a rassegnare le dimissioni, subentrandogli nella carica dal gennaio dell'anno successivo H. Diab. Nell'ottobre 2020, a seguito delle dimissioni di Diab, l'uomo politico è stato nuovamente designato premier dal Parlamento libico con 65 voti favorevoli su 128, rinunciando all'incarico nel luglio 2021 per l'impossibilità di formare un nuovo esecutivo. Nel gennaio 2022 Hariri ha annunciato il suo ritiro dalla scena politica e la rinuncia a partecipare alle elezioni politiche fissate al mese di maggio, ciò che di fatto priverebbe di legittimità il risultato elettorale.