SAATI (A. T., 116-117)
Villaggio dell'Eritrea, a 180 m. s. m. e a 28 km. O. da Massaua, sulla linea ferroviaria di Asmara.
Combattimento di Saati (25 gennaio 1887). - Fu il primo combattimento sostenuto dalle truppe italiane in Africa, all'inizio della colonizzazione dell'Eritrea. Saati, località sita a circa 40 km. da Massaua, nella regione collinosa che precede i primi contrafforti dell'altopiano, e ove già esistevano le rovine di un fortino egiziano, era stata fatta presidiare il 14 gennaio 1887 per ordine del generale C. Genè, comandante le truppe italiane in Africa, in seguito alle minacciose proteste di ras Alula, governatore etiopico dell'Hamasièn, contro l'occupazione da parte italiana di Uaà e di Zula. Il rifiuto del gen. Genè di accondiscendere alle pretese di ras Alula, indusse costui a scendere con alcune migliaia di armati da Asmara, sua sede normale, a Ghinda, di dove il 25 gennaio mosse all'attacco di Saati. Il forte era presidiato da 2 compagnie (una del 6° e una del 7° fanteria), una sezione di artiglieria e 300 basci-buzùch (in totale 700 uomini) al comando del maggiore G. Boretti. Questi accolse gli Abissini a cannonate e poi, come disse nel suo rapporto, "allo scopo di evitare che il nemico lo avviluppasse completamente, poco dopo mezzogiorno spedì una ricognizione di mezza compagnia e due bulùc di basci-buzùch, al comando del tenente F. Cuomo, del 60 fanteria, per molestare il nemico nel suo movimento ed invitarlo a combattere sotto il forte". L'animoso ufficiale riuscì invero a sorprendere un centinaio di Abissini appostati in un avvallamento e li prese a fucilate, ma "ciò fu il segnale che da ogni parte, come per incanto, si videro tutte le alture a noi retrostanti coronate dal nemico". La ricognizione si dovette ritirare col ten. Cuomo che, gravemente ferito, morì poco dopo. Gli Abissini (5-6000 uomini) si lanciarono contro il forte, ma, arrestati dal fuoco dei difensori, alle 4 e 1/2 del pomeriggio si dileguarono. Si perdettero, oltre al ten. Cuomo, 2 morti e 2 feriti italiani e 3 morti, 1 ferito e 25 dispersi fra i basci-buzùch. Il successo era italiano, ma il forte era rimasto quasi senza munizioni e il maggiore ne chiese d'urgenza. Tale critica situazione determinava l'invio da Moncullo il mattino successivo di una colonna di circa 590 uomini al comando del ten. col. T. De Cristoforis, allo scopo di rifornire Saati di munizioni e di viveri, colonna che fu disgraziatamente accerchiata e distrutta dal nemico a circa metà cammino presso D0gali. Conseguenza immediata fu lo sgombero da parte degl'Italiani di tutti i posti avanzati e quindi anche di Saati, che fu evacuata nella notte sul 27 senza incidenti. Saati venne poi rioccupata definitivamente nel marzo 1887 dalle truppe del generale A. Asinari di San Marzano, che vi si trincerarono senza che l'intero esercito abissino, agli ordini del negus Giovanni, osasse attaccare (v. italo-abissina, guerra).