SABADIGLIA (lat. scient. Sabadilla officinalis Br.)
Pianta della famiglia Gigliacee Melantiee che vive al Messico, Guatemala, Venezuela nei luoghi erbosi collinosi: ha un bulbo sotterraneo oblungo da cui parte un ciuffo di foglie graminiformi, ensiformi, acute e uno scapo fiorale alto fino a 2 m.: i fiori, portati all'estremità dello scapo nudo, sono sviluppati all'ascella di brattee rotondate da brevi pedicelli. Il frutto è una piccola capsula setticida che contiene numerosi semi bruni, oblungo acuti, compressi, lunghi circa 8 mm.
La droga è costituita dai semi (semen sabadillae) inodori con sapore amaro persistente, velenosi perché contengono parecchi alcaloidi: veratrina, veratridina, sabadillina, sabatrina, ecc. La polvere è fortemente starnutatoria. Si prepara l'unguento ed è iscritta nella Farmacopea ufficiale (5ª ed.).
La pianta è stata anche chiamata coi nomi di Schoenocaulon officinale A. Gray e Asagraea officinalis Lindl. e le sue proprietà medicinali sono conosciute in Europa dal sec. XVIII. Ha proprietà antiparassitarie (contro i pidocchi e le blatte), antelmintiche e purgative.