sabaòth
Parola ebraica (plurale di sābā', " esercito ") che si legge nel primo verso (Osanna, sanctus Deus sabaòth) della nota terzina in un latino in cui compaiono tre termini ebraici (Pd VII 1). Al pari di Osanna (v.), la parola s., anzi tutta l'espressione (sanctus Deus sabaòth), fu desunta dalla liturgia, che l'usava prima della consacrazione, avendola presa a sua volta da Is. 6, 3.
Per un'altra occorrenza del termine, cfr. Ep VII 29.
La denominazione " Dio dei s. " (nonostante la desinenza femminile, in ebraico il vocabolo è di genere maschile) è molto frequente nella Bibbia, in particolare negli scritti profetici. La traduzione " Dio degli eserciti " è materialmente esatta; ma è ancora discussa l'origine dell'espressione: titolo guerriero? allusione alle schiere angeliche che circondano il trono di Dio? un modo di dire per esaltare l'onnipotenza divina? Negli scritti profetici sembra prevalere l'ultima interpretazione, già discernibile nella versione greca che spesso rese s. con παντοκράτωρ, " onnipotente "; altre volte, però, trascrisse semplicemente, dimostrando la difficoltà del termine, giudicato intraducibile. Senza dubbio nell'acclamazione liturgica, come nel cantico riportato da D., s'intende esaltare la santità e la trascendenza di Dio.