SABBATEI (o Sabbatarî, Sabbatisti, Sabbatariani)
Nome assunto dai membri di alcune sette religiose postriformate, le quali, o per il desiderio di compiere alla lettera tutto ciò che è prescritto nella Bibbia, o per influenze ebraiche, o per particolari vedute sull'imminente fine del mondo, rimisero in vigore l'osservanza giudaica del sabbato (v.). Carattere nettamente escatologico si riscontra nella setta dei sabbatisti moravi, diffusa anche in Boemia e in Ungheria, combattuta come "jüdisches Geschmeiss" da Lutero nella sua lettera Wider die Sabbather (1538) e da Kaspar Schwenckfelds nello scritto Vom christlichen Sabbath und Unterscheid des Alttest. und Neutestam. (1532). I sabbatisti della Finlandia, dei quali abbiamo notizie verso la metà del sec. XVI, rappresentano anch'essi un movimento a indirizzo escatologico, probabilmente influenzato dalla predicazione dell'ebreo russo Zaccaria (fine del sec. XV). Un ramo degli unitariani della Transilvania, derivati dai "giudaizzanti" o "non adoranti" di Francesco David (principî del sec. XVII), osservavano il sabbato insieme con altri usi giudaici (fra i quali la circoncisione). Alcuni rami del movimento battista e precisamente i cosiddetti Sabbatarian Baptists (o Seventh-Day-Baptists), organizzati nel 1631 in Inghilterra da Francis Bampfield adottarono l'uso di festeggiare il sabbato invece della domenica. Ne sussistono ancora delle conventicole nella parte meridionale dello stato di New York (Stati Uniti). Il loro esempio fu seguito da alcuni avventisti (v.), i cosiddetti Seventh-Day-Adventists. Alla fine del sec. XIX un movimento sabbatista (detto dei Nuovi Israeliti) fu fondato in Inghilterra da Johanna Southcott (i cosiddetti "seguaci di Giovanna" o "Southcotiani"). Si ricorda infine il gruppo dei Subbotniki (gente del sabbato) russi a tendenza nettamente giudaizzante.
Bibl.: S. Kohn, Die Sabbatharier in Siebenbürgen, Budapest 1894; J. Gehring, Die Sekten der russischen Kirche, Lipsia 1898, p. 19 segg.; v. inoltre avventisti; battisti; unitariani.