SABINI
Ramo della casata dei Crescenzî (v.), che, dopo la morte del papa Giovanni XIII, del Nomentano e del di lui figlio, il patrizio Giovanni (1012), prese il nome dal feudo e dal rettorato della Sabina: ha per capostipite Raino, conte della Sabina nel sec. IX, padre di Landone, che fu eletto papa nel 913. Al seguito degli Svevi la casa si trasferì nelle Puglie, dove, in un catalogo dei nobili compilato nel 1282, si trova segnato Grimaldus de Sabina. Investita delle cariche ereditarie di governatore e di castellano di Altamura, questa famiglia fece parte del patriziato di detta città, fu decorata più volte di titoli e di privilegi ed ebbe uomini eminenti in ogni secolo; fra questi: Angelo, patrizio dei Romani, legato di Arrigo VI e comandante le truppe imperiali nella conquista della Sicilia, onde nel 1195 fu creato conte palatino; Bernardino, cavaliere alla corte di Alfonso I d'Aragona e governatore di Altamura, che fece sottomettere a Ferrante I d'Aragona, dopo la morte del principe di Taranto; Celio (1600-1668) letterato e uomo politico; Vincenzo (1811-1856), economista, botanico, patriota, nel 1848 membro della pentarchia del comitato insurrezionale barese, processato politico ed esule in Francia; Celio (1832-1910), fra i principali esponenti nelle Puglie del movimento unitario, membro della giunta insurrezionale del governo provvisorio, comandante la colonna dei volontarî baresi nella Lucania, meritò sul campo il grado di capitano.
Bibl.: F. Gregorovius, St. di Roma nel Medioevo, Roma 1900; G. Bossi, I Crescenzi, ivi 1915; Arch. stato nap.: Collaterale, vol. 985, "Partium" f. 134 seg.; L. Volpicella, Bibliograf. stor. di Terra di Bari, Napoli 1884-87.