SACCO
. Famiglia di comici. Gennaro, detto Coviello (firmava Sacchi) fu al servizio del duca di Modena, poi a quello del duca di Brunswick a Varsavia. Pubblicò un poema e varie azioni teatrali, e tra queste la Commedia smascherata (Varsavia 1699) in difesa dei Lomici. Morì, sembra, intorno al 1715. Il fratello Gaetano, ottimo Truffaldino e autore di scenarî, fu assai festeggiato a Vienna e a Mosca, dove morì nel 1735. Adriana, figlia del precedente, come "innamorata" nelle "azioni studiate", ebbe successi, specie a Pavia (1727) nella tragedia Diosebe. Fu attrice aggraziata e briosa nella commedia all'improvviso, come Smeraldina. Sposò in seconde nozze il celebre Atanasio Zannoni (Brighella); morì nel 1776. Giovanni Antonio, altro figlio di Gaetano, nacque a Vienna il 3 luglio 1708, morì sopra una nave in viaggio da Genova a Marsiglia il 19 novembre 1788. Esordì come ballerino ed ebbe poi fama nella maschera di Truffaldino a Venezia. Quivi tornò dopo un fortunato giro in Russia (1742), ritrovando il successo nel Servitore di due padroni, scritto per sua richiesta dal Goldoni. Nel 1753 ebbe vivi successi a Lisbona; ma, tornato in Italia, trovò che le opere del Chiari e del Goldoni avevano mutato i gusti e che la sua "maschera" non era più apprezzata. C. Gozzi, che lo stimava, scrisse per lui le fiabe, e, prima, L'amore delle tre melarancie, alle quali arrise grande ma breve successo. Il S. riformò allora la compagnia con T. Ricci-Bartoli e P. Zanarini, assai acclamati. Nel 1764 si recò a Innsbruck dove lo chiamava l'imperatore. Rivalità e gelosie interne indebolirono la compagnia che si sciolse quando il S., molto vecchio, non ebbe più l'energia necessaria a reggerla. Con alterna fortuna il S. rimase sulle scene fino a 80 anni, e di lui, attore, fu scritto che era pari a Garrick e a Préville.