sacerdozio
Indica la " carriera ecclesiastica " da cui molti attingono ricchezza e potere: Chi dietro a iura e chi ad amforismi / sen giva, e chi seguendo sacerdozio, / e chi regnar per forza o per sofismi (Pd XI 5).
Nel pensiero di D. il s. si delinea come un modello ideale, in forza del quale il sacerdote assolve a una funzione mediatrice tra uomo e Dio, che trova i suoi momenti di attuazione nell'amministrazione dei sacramenti e nel magistero ecclesiastico, vissuto in piena aderenza con i precetti evangelici. Contro questo modello ideale urta la realtà ecclesiale del suo tempo, in cui una gerarchia sacerdotale, attraverso il suo ordinamento e le sue leggi, tende ormai a realizzare una supremazia soprattutto politica, la cui estrema espressione D. vede attuata nel tentativo teocratico del gran prete Bonifacio VIII.
Da questo contrasto deriva il giudizio negativo di D. sul s. del suo tempo, che egli vede tradito e ridotto alla stregua di quelle cure temporali che fanno in basso batter l'ali (Pd XI 45).
Per D. compito del s., all'interno della Chiesa, è pascere agnos et oves sull'esempio di Cristo (Mn III XIV 3-4); a esso infatti non è demandato alcun compito connesso con l'esercizio del potere temporale (§ 5; e ancora III V 1 Levi et Judas: quorum alter fuit pater sacerdotii alter vero regiminis temporalis). Dalla promiscuità dei due poteri deriva quindi che la Chiesa di Roma, / per confondere in sé duo reggimenti, / cade nel fango, e sé brutta e la soma (Pg XVI 127-129).
Origine storica di tutti i mali e di tutte le deviazioni del s. è la donazione di Costantino (buona intenzion che fé mal frutto, Pd XX 56) che, affidando cure temporali ai sacerdoti, li distolse dal loro fine spirituale, gravandoli di un'eredità esclusa dalla storia sacra e dalle Scritture (Pg XVI 131-132 dal retaggio / li figli di Levì furono essenti).
Di qui la diversità fondamentale nell'atteggiamento di D. nei confronti dei membri della Chiesa primitiva e di quelli della Chiesa del suo tempo. L'antico male della casta sacerdotale ebraica, la cupiditas (Ep XI 1), si traduce così in brama di ricchezze, di poteri e di onori. Strumenti di questa Chiesa mondanizzata sono le Decretali (v.) che, anteposte colpevolmente alle Scritture (Mn III III 14 ss.), servono ormai a legittimare cupidigie terrene (Per questo l'Evangelio e i dottor magni / son derelitti, e solo ai Decretali / si studia, Pd IX 133-135). Quanto più D. tratta di ecclesiastici vicini al suo tempo tanto più il suo atteggiamento si fa critico, denunciandone spietatamente l'aspetto terreno e le deviazioni mondane e politiche. Abbiamo quindi una schiera di chercuti avari, formata soprattutto da papi e cardinali, / in cui usa avarizia il suo soperchio (If VII 47-48); i sodomiti tutti fur cherci / e litterati (XV 105-106); c'è un vescovo goloso che pasturò col rocco molte genti (Pg XXIV 30); c'è il pastor di Cosenza che non conosce la misericordia divina (III 124-126) e fra gli eretici c'è 'l Cardinale Ottaviano degli Ubaldini (If X 120). I cardinali che dovrebbero essere Ecclesiae militantis... primi praepositi pili conducono currum Sponsae... ad praecipitium (Ep XI 5); infatti quel cappello / ...pur di male in peggio si travasa, denuncia Pier Damiano (Pd XXI 125-126). Ugualmente, quando tratta degli ordini religiosi, D. lamenta una netta deviazione dagl'ideali primitivi che hanno caratterizzato i vari movimenti spirituali; infatti lo stesso Damiano si duole che l'ermo del Catria render solea... a questi cieli / fertilemente; e ora è fatto vano (Pd XXI 118-119); e s. Benedetto: Le mura che solieno esser badia, / fatte sono spelonche, e le cocolle / sacca son piene di farina ria (XXII 76-78). I francescani non seguono più l'esempio del loro fondatore: La sua famiglia, che si mosse dritta / coi piedi a le sue orme, è tanto volta, / che quel dinanzi a quel di retro gitta (XII 115-117), e lo stesso gregge di s. Domenico di nova vivanda / è fatto ghiotto, sl ch'esser non puote / che per diversi salti non si spanda (XI 124-126). La stessa dedizione allo studio che distingueva molti membri del clero dell'epoca è vista da D. sotto un profilo utilitaristico in funzione del conseguimento di un'affermazione mondana; infatti quasi tutti li religiosi... non per sapere studiano ma per acquistare moneta o dignitade (Cv III XI 10; cfr. Pd IX 133-135).
V. CHIESA; ORDINE: Ordine sacro; PAPATO; PASTORE.