NACHT, Sacha
Psicoanalista rumeno, nato a Bacau nel 1901, morto a Parigi nel 1976, da famiglia di origine ebraica convertitasi alla religione ortodossa. Nel 1919 si trasferì a Parigi, dove nel 1926 si laureò in medicina, con una tesi in neurologia vertente sullo studio anatomico e patologico delle mieliti sifilitiche. Interno (1927) negli ospedali psichiatrici di Parigi e membro dell'Institut de Psychanalyse (membro titolare nel 1929), capo (1931) del laboratorio di psicoanalisi e psicoterapia del Sainte Anne, divenne nel 1933 medico degli ospedali psichiatrici. Nel 1953 fu nominato direttore dell'Institut de Psychanalyse e dal 1957 al 1969 fu vicepresidente dell'Associazione Psicoanalitica Internazionale (IPA). Fu anche presidente dell'Evolution Psychiatrique.
Inizialmente attratto dalla neurologia, disciplina molto vivace a Parigi in quegli anni, si avvicinò poi alla psichiatria, che ben presto gli si rivelò incapace di soddisfare il suo desiderio di attingere "causa e significato della follia". Si rivolse quindi alla psicoanalisi, facendo un'analisi con R. Loewenstein (uno dei tre analisti, con E. Sokolnicka e R. Laforque, allora presenti a Parigi). Nel 1929 era l'analista più giovane della cosiddetta seconda generazione, di cui facevano parte anche D. Lagache e J. Lacan; da quel momento la sua vita coincise con quella della Société Psychanalityque Française in cui, nonostante le scissioni del 1943 e del 1953, rimase fino alla morte, tenace difensore dell'ortodossia, schierandosi su posizioni sempre più conservatrici. Dal maggio del 1936 al novembre 1937 ebbe a Vienna un'analisi con Freud che, pur nei limiti dovuti alla scarsa conoscenza che ognuno aveva della lingua dell'altro, fu per N. decisiva soprattutto per l'affermazione professionale. Appena tornato a Parigi scrisse Le masochisme (1938; trad. it., 1956); su consiglio di Freud fece un'analisi di alcuni mesi con H. Hartmann e godette di grande considerazione clinica. Ebreo, dovette allontanarsi da Parigi durante la guerra; vi fece ritorno nel 1949, anno in cui subentrò a J. Leuba nella presidenza della Société Psychanalytique di Parigi, modificandone subito gli statuti e conferendo a Lacan il compito di formulare il regolamento e di stabilire l'iter della formazione. Dopo un grave incidente occorsogli nel 1956 cominciò a cedere gradualmente le sue funzioni ad altri analisti, principalmente a Lebovici.
N. è noto per opere come De la pratique à la théorie psychanalytique (1950), La présence du psychanaliste (1963; trad. it., 1973), Guérir avec Freud (1971), in cui ha riunito la maggior parte dei lavori presentati ai convegni di psicoanalisi. È stato inoltre ideatore e curatore di importanti opere collettive, quali La psychanalyse d'aujourd'hui (2 voll., 1956; trad. it., 1969) e il Traité de psychanalyse, i: Histoire (1965). Centrale nei suoi scritti è l'importanza data all'aggressività nell'organizzazione psichica e al controtransfert nella terapia analitica. Mentre rifiuta l'ipotesi dell'istinto di morte, N. considera l'aggressività non solo come reattiva alla frustrazione, ma anche come una forza costruttiva tesa a raggiungere la soddisfazione. Quanto al problema dell'Io, tipico della sua epoca, N. accentua l'importanza dei primi conflitti psichici per la sua formazione e strutturazione, rifiutando l'ipotesi di una zona libera da conflitti (H. Hartmann), che poi farà propria alla fine della vita. Prendendo in considerazione la fusione precoce del bambino con la madre, ipotizzerà infatti, oltre le sofferenze ripetitive masochistiche, l'esistenza di una zona non conflittuale dell'Io che costituisce il nucleo della psiche e che viene reintegrata dalla presenza a volte soltanto silenziosa dell'analista.
Bibl.: S. Saada, Nacht, Parigi 1972, con un elenco completo delle opere di Nacht; P. C. Racamier, Sacha Nacht, in Revue Française de psychanalyse, 1978, pp. 753-56.