SACRAMENTARÎ
. Con questo nome Lutero designò quella frazione di protestanti che dissentiva da lui nel concetto teologico circa la natura dei sacramenti e particolarmente circa la presenza di Cristo nell'Eucaristia. Infatti, mentre Lutero, rifiutando la transustanziazione, ammetteva una specie di presenza reale di Cristo nell'Eucaristia (consustanziazione, impanazione), Zwingli, Ecolampadio, Karlstadt, Schwenckfeld e i loro discepoli, pur differendo nell'esegesi dei passi biblici dell'istituzione dell'Eucaristia, davano ad essa un valore soltanto commemorativo che giovava ad accrescere la fede. La loro dottrina ebbe larghe aderenze, soprattutto a Basilea e Strasburgo, e formò parte del sistema ecclesiastico di Calvino; fu formulata nella Confessio Tetrapolitana presentata il 17 ottobre 1530 alla dieta di Augusta a nome delle quattro città di Strasburgo, Costanza, Memmingen e Lindau, dove però non fu ammessa alla discussione. Nel 1536 si ebbe la Confessio Helvetica I, compilata dal Bullinger, dal Miconio, dal Grineo e altri, e nel 1564 per opera del Bullinger la Confessio Helvetica II. Invece il Miconio compilò la Confessio Basileensis I, detta anche di Mulhouse, perché pubblicata da questa città nel 1537 e nel 1550 e autenticata da essa col suo sigillo; essa era stata però preparata da Ecolampadio a Basilea nel 1532-34 e fu poi riveduta nel 1561. Alcuni chiamarono col nome di Confessio Basileensis posterior la Confessio Helvetica I, perché colà era stata compilata. Fra luterani e riformati non si poté poi mai venire a un'intesa, come in altri punti di fede, neppure su questo dell'Eucaristia.