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Matsudaira, Sadanobu

Dizionario di Storia (2010)
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Matsudaira, Sadanobu


Daimyo («signore feudale») e riformatore giapponese (n. Edo, od. Tokyo, 1758-m. 1829). Con lo pseudonimo di Rakuo, Sadanobu fu anche un valido scrittore. Nipote dello shogun Tokugawa Yoshimune (1684-1751, al potere dal 1716 al 1745), fu concorrente alla carica shogunale egli stesso, ma venne ostacolato dal daimyo Tanuma Okitsugu, roju («anziano» o consigliere) e riformatore anch’egli. Nato nel ramo Tayasu della famiglia dei Tokugawa, fu adottato da Matsudaira Sadakuni, appartenente a un altro ramo dei Tokugawa e daimyo del feudo di Shirakawa (prov. di Mutsu), cui succedette nel 1783. Riuscì a porre rimedio alla situazione economica disastrosa in cui versavano le finanze del feudo guadagnandosi la prestigiosa carica di roju nell’ambito del governo shogunale. L’economia chiusa dell’epoca Edo (1600- 1868) aveva portato all’incapacità di affrontare le conseguenze di alcune carestie a cavallo del 1700, a seguito delle quali molte terre erano state abbandonate ed era iniziata un’ingente crescita urbana; alcune riforme amministrative erano state attuate da Tokugawa Yoshimune, ma si erano rivelate insufficienti a risolvere i problemi alla radice; sotto lo shogunato di Tokugawa Ienari (1773-1841, al potere dal 1786 al 1838), Sadanobu promosse una seconda serie di riforme, le riforme dell’era Kansei (Kansei no kaikaku, 1789-1801): furono attuate misure per il rafforzamento dell’agricoltura e la lotta all’urbanesimo, con l’imposizione ai contadini di tornare nelle terre abbandonate e il rinvigorimento dell’esazione delle tasse, e furono predisposti magazzini per la raccolta di granaglie; si cercò di controllare l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e furono aboliti i debiti dei samurai per i prestiti antecedenti il 1794; si tentò di contenere l’espansione delle attività commerciali; vari funzionari corrotti furono epurati; nell’ambito dell’amministrazione e dell’istruzione si cercò un pensiero intellettuale unificante, con l’adozione dell’interpretazione confuciana di Zhu Xi come ufficiale e «ortodossa», l’imposizione di una seria preparazione culturale ai funzionari shogunali, la proibizione di studiare dottrine considerate «eterodosse» e la censura della letteratura popolare. Dopo il ritiro di Sadanobu dalla carica di roju, nel 1793, mentre nel Paese ci fu un peggioramento a livello culturale e finanziario, egli rimase a capo del feudo di Shirakawa per altri diciannove anni (fino al 1812, quando gli successe il figlio Sadanaga), durante i quali continuò a interessarsi di affari politici, sicurezza nazionale e istruzione.

Vedi anche
samurai In origine, soldato giapponese di guardia al palazzo imperiale. Dopo il 12° sec. il termine indicò la casta militare e, dal 17° sec., anche gli amministratori dei daimyō, in seguito alle riforme dei Tokugawa. Per l’importanza delle guerre durante il Medioevo, i samurai divennero una vera e propria casta ... Corruzione Illecito penale distinguibile in diverse ipotesi: a) corruzione del cittadino da parte dello straniero (art. 246 c.p.): delitto contro la personalità dello Stato commesso dal cittadino che riceve o si fa promettere, anche indirettamente, dallo straniero denaro o qualsiasi utilità, o si limita ad accettarne ... censura diritto Limitazione della libertà civile di espressione del pensiero, disposta per la tutela di un interesse pubblico e attuata mediante l’esame, da parte di un’autorità, di scritti o giornali da stamparsi, di manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, di opere teatrali o pellicole da rappresentare, ... inflazione Aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, o anche diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta. Il fenomeno può avere molteplici cause, sia reali sia monetarie, e assumere forme differenti. Per es., si definisce inflazione strisciante un aumento modesto ...
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