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saettare

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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saettare

Domenico Consoli

Appare solo in poesia, nel senso di " scagliar saette ", con riferimento a uno degli effetti di tale atto: o la velocità del moto impresso alla saetta, o la violenza del colpo, o la sofferenza causata da questo. Ha valore proprio nel passo di If XII 74 Dintorno al fosso vanno a mille a mille [i centauri armati di saette, v. 56], / saettando qual anima si svelle / del sangue più che sua colpa sortille; XIV 59 Se Giove... / me saetti con tutta sua forza; Pg XXXI 63 dinanzi da li occhi d'i pennuti / rete si spiega indarno o si saetta, dove il costrutto è impersonale.

Ha riferimento con l'uso proprio nella metafora dell'arco, frequente in D.: Pd I 119 né pur le creature che son fore / d'intelligenza quest'arco saetta, / ma quelle c'hanno intelletto e amore: l'istinto spinge al loro fine gli animali irragionevoli così come gli uomini e gli angeli, dotati d'intelligenza e volontà; VIII 103 quantunque quest'arco saetta / disposto cade a proveduto fine: gl'influssi che i cieli inviano in terra sono disposti a giusto fine dalla volontà divina, come freccia indirizzata al bersaglio (cfr. il v. 105); XVII 57 questo è quello strale / che l'arco de lo essilio pria saetta: l'abbandono delle cose più care è la prima ferita inferta dall'esilio.

Legato alla tradizionale raffigurazione di Amore come arciere che colpisce i cuori, è l'occorrenza di Rime CXIV 11 Chi s'innamora sì come voi fate, / or qua or là, e sé lega e dissolve; / mostra ch'Amor leggermente il saetti: poiché l'intensità del sentimento è commisurata all'intensità del colpo ricevuto, l'amore dei volubili è detto nascere da strale debolmente scoccato.

Con uso traslato figura in If XVI 16 il foco che saetta / la natura del loco, allusione alla pioggia de l'aspro martiro (v. 6), alle ‛ dilatate falde di fuoco ', che, secondo la natura del luogo, scendono sui violenti contro Dio; Pg II 55 Da tutte parti saettava il giorno / lo sol: il sole irraggiava la sua luce da tutte le parti; Vn XXIII 23 48 guai, / che di tristizia saettavan foco, espressione analoga in certo modo a quella già citata di If XVI 16 e che in questo caso, secondo il gusto dell'oggettivazione psicologica caro allo stilnovismo, si riferisce a lamenti talmente dolorosi da colpire gli animi " come frecce che ferissero con dolore cocente " (Barbi-Maggini).

Allo stesso modo in If XXIX 43 lamenti saettaron me diversi, / che di pietà ferrati avean li strali: " poiché ha detto che saettarono finge che fussono lamenti di pianti come li strali ferrati di ferro: e come li strali ferrati feriscono col ferro, così quelli lamenti percoteano li orecchi di D. con ferite di pietade " (Buti): a quei lamenti, insomma, D. sente il cuore trafitto da pietà (cfr. strali / d'ammirazione, in Pd II 55-56).

Un'immagine analoga è in Petrarca: " Una saetta di pietate ha presa " (Rime CCXLI 7). V. anche SAGITTARE.

Vocabolario
saettare
saettare v. tr. e intr. [lat. sagĭttare «lanciare saette»] (io saétto, ecc.), letter. – 1. a. Colpire con saette, cioè con frecce: s. il nemico; niuna persona, se saettata esser non voleva, poteva discendere (Boccaccio); Paion le Ninfe...
saettìo
saettio saettìo s. m. [der. di saettare], letter. – Lo sfrecciare velocemente, come una saetta: il s. disperato delle rondini (D’Annunzio); in senso fig.: saettio di occhiate tra balcone e balcone (F. De Sanctis).
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