Safavidi
Dinastia iraniana sciita, che regnò in Persia dal sec. 16° al 18°. Suo fondatore fu Isma‛il (1483-1524), discendente del mistico Safi al-din di Ardabil, eponimo della dinastia (detta in ar. safawiyya). I S. riunificarono territorialmente la Persia e dichiararono religione ufficiale lo sciismo duodecimano che rimase da allora dominante, con l’intervallo del regno di Nadir Shah (1736-47), restauratore del sunnismo. Sotto il quarto successore di Isma‛il, ‛Abbas I (1587-1629), che sconfisse gli ottomani (1603), conquistò il Caucaso e l’Iraq fino a Baghdad (1624) ed espulse la colonia portoghese dall’isola di Hurmuz, la potenza e lo splendore dei S. giunsero all’apogeo. Seguì una decadenza che si protrasse per quasi un secolo, speso in alterne lotte con l’impero ottomano per il possesso della Mesopotamia. La dinastia cadde nei primi decenni del sec. 18°, con invasioni ripetute da parte di tribù afghane (1722) che finirono per occupare la capitale Isfahan, e, dopo una breve restaurazione, con l’usurpazione dell’antico ufficiale safavide Nadir Shah nel 1736, seguita dal regno dei Qajar, anch’essi in origine funzionari dello Stato safavide.