Vedi SAGALASSO dell'anno: 1965 - 1997
SAGALASSO (Σαγαλασσός, ᾿Αγαλασσός, ᾿Ακαλισσός; Sagalessos)
Città in Pisidia, odierna Aǧlasun, a N di Antalya. Il nome e le sue varianti ci vengono tramandati, insieme alle vicende della città, da molte fonti (Strab., xii, 569-570 e xiii, 631; Ptol., xii, 19; Arr., i, 28, 2; Diod., xviii, 44 ss.; Plin., Nat. hist., v, 94). Il nome antico è stato connesso con gli Shakalaska e gli Shardana, ma è certo che la città non ebbe a che fare né con i Siculi né con i Sardi con cui è stata accomunata. Molto poco sappiamo della sua storia più antica e del suo sviluppo; ci risulta che in età ellenistica fu occupata a viva forza da Alessandro durante la sua marcia verso oriente.
Non lontana da Apamea di Frigia, posta vicino alle sorgenti del Caistro presso la zona montagnosa della Miliade, dominò lungamente quella parte della Pisidia anche in età romana; fu distrutta da Gn. Manlio Vulsone. In età imperiale fu chiamata "splendida", "prima città della Pisidia", "amica e alleata di Roma", e fece parte della provincia della Galazia.
Le rovine della città, già descritte dal Ritter, sono state lungamente e dettagliatamente presentate dal Lanckoronski. La suddivisione del centro urbano di S. rispetta la più alta forma urbanistica di tipo ellenistico, diffusasi con Alessandro, e ripetuta dalle città montane dell'Asia Minore di cui S., insieme a Termessos, è una delle più notevoli e complete rappresentanti. L'altitudine media è di m 1682 e si può dire che l'intera pianta di S. si svolge a nido d'aquila. Lo schema della città segue un andamento E-O, sul crinale roccioso, secondo i bracci di una T maiuscola; la disposizione è a terrazze sopraelevate che culminano con la spianata del tempio di Antonino Pio. Una via trasversale, monumentale, collega le terrazze superiori con un ninfeo; ad O è il tempio di Apollo Clario; ad E è il ginnasio; opposti a questo sono il teatro e la basilica. Tra i monumenti più importanti segnaliamo: il tempio di Antonino Pio (corinzio, di m 13,87 × 26,63 analogo ai templi di Euromos e di Mylasa); il tempio di Apollo Clario (ionico, periptero, esastilo); il teatro (con cavea di tipo greco ellenistico a ferro di cavallo per metà addossata alla roccia e per metà costruita, sul lato occidentale, in età romana; un diàzoma con corridoio voltato divide a mezzo la cavea); l'odèon (di epoca imperiale, uno tra i più completi che ci siano pervenuti); la palestra (di m 53 × 44, con la corte centrale lastricata e con portici sui lati); l'agorà superiore (situata su una terrazza ancora più elevata di quella del tempio di Antonino Pio), certo riferibile all'età di Claudio.
Bibl.: R. Paribeni, in Enc. It., XXX, 1936, p. 433; Ruge, in Pauly-Wissowa, I A, 1920, c. 1732-1733; C. Lanckoronski, Städte Pamphyliens und Pisidiens, II, Vienna 1892, p. 127 ss.; W. M. Ramsay, Historical Geography of Asia Minor, Londra 1890, p. 405; R. Paribeni-P. Romanelli, in Mon. Ant. Lincei, XXIII, 1914, c. 255; J. Delorme, Gymnasion, Parigi 1960, p. 487; R. Martin, L'urbanisme dans la Grèce antique, Parigi 1956, p. 158, fig. 21; M. Poëte, La città antica, Torino 1958, pp. 339-340, 370, fig. 135; M. Bieber, The History of Greek and Roman Theater, Princeteon 1961, p. 219-221, figg. 741-742; W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 278; 283; 309; 315-317; 340; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 710; G. E. Bean, in Belleten, XVIII, 72, 1954, p. 469 ss.; M. Grant, in Num. Chron., X, 1950, p. 142 ss.