SAIGŌ Takamori
Samurai del feudo di Satsuma (oggi prov. di Kagoshima, nell'isola di Kyūshū), nato nel 1827, morto nel 1877. Fu uno dei più ardenti difensori del potere imperiale, avverso agli Shōgun, che l'usurpavano; per questo il governo shōgunale lo esiliò tre volte nelle Ryūkyū, come agitatore politico. Nella rivoluzione del 1868 egli ebbe una parte preponderante. Il trionfo finale gli diede cariche e onori, ma lo trovò deluso. S. sognava, infatti, con la restaurazione del potere imperiale, il ritorno al Giappone antico. Le riforme di occidentalizzazione del paese e l'abbandono delle antiche usanze e tradizioni ebbero quindi in lui un avversario ostinato. Vista l'impossibilità di opporsi all'invasione delle nuove idee, ruppe (1873) ogni rapporto col governo, del quale faceva parte, e si ritirò a Kagoshima, dove fondò una scuola militare che attirò subito in massa giovani ardenti e divenne un focolaio di opposizione. Il governo cercò di attirarlo a sé, ma tutto fu vano. La rivolta, inevitabile, scoppiò nel 1877 (v. satsuma, rivoluzione di) e in essa, il 24 settembre, S. lasciò la vita. Nel 1899 gli fu eretta una statua a Tōkyō e nel 1902 suo figlio fu creato marchese.