SAINT-DENIS (A. T., 32-33-34)
Città della Francia che prende nome dall'omonima abbazia, capoluogo di circondario del dipartimento della Senna, a 9 km. a N. di Parigi, sulla riva destra della Senna, alla confluenza del Crould e del Rouillon: è sede vescovile, di prefettura, di tribunale di prima istanza e di commercio. La sua posizione in una vasta e fertile pianura e vicinissima al più grande centro di consumo, Parigi, ha permesso un rapido sviluppo dell'attività industriale e commerciale.
Fra le industrie principali sono le chimiche e le metallurgiche, cui seguono le distillerie, le industrie connesse con l'agricoltura, le vetrerie: il commercio si basa a prevalenza sui prodotti agrarî.
La popolazione da 76.358 ab. nel 1921 è salita a 82.412 nel 1931; una parte è accentrata nell'Isola di Saint-Denis posta nella Senna e collegata alla riva per mezzo di un ponte. Saint-Denis è nodo importante di tutte le grandi linee della ferrovia N. che si diramano da Parigi, cui è collegato anche a mezzo di tramvie e del canale navigabile di Saint-Denis.
L'abbazia di Saint-Denis. - È celebre nella storia religiosa di Francia sia per essere il luogo di sepoltura di San Dionigi, primo vescovo di Parigi, sia per essere la chiesa della corte francese dai tempi di re Dagoberto (630) a Luigi XIV, che soppresse l'abbazia e ne trasferì le rendite alla casa di saint-Cyr fondata da M. me de Maintenon. Essa fu anche il luogo di sepoltura dei re di Francia e la sua orifiamma divenne lo stendardo reale. Alla chiesa abbaziale di Saint-Denis Giovanna d'Arco appese la sua armatura nel 1429. Dopo il Concilio di Trento l'abbazia divenne capo di una congregazione di 10 monasteri e nel 1633 fu unita alla famosa congregazione benedettina di San Mauro.
L'abbazia fu distrutta durante la rivoluzione francese, ma ricostruita sotto Napoleone III dall'architetto Viollet-le-Duc. L'attuale facciata della basilica, di stile gotico, risale al sec. XII.
La chiesa dell'abbazia di Saint-Denis, nello stato attuale, appartiene a due periodi diversi: al secolo XII e al XIII. Nel 1132 l'abate Suger iniziò la ricostruzione dell'edificio che doveva essere la prima applicazione in grande dei principî gotici; nel 1144 avvenne la consacrazione solenne. Un secolo dopo, la chiesa, colpita da fulmine, minacciava rovina. Si cominciò a ricostruirla nel 1230 sotto la direzione di Pietro de Montereau (morto nel 1267); e fu finita verso il 1280. Nei secoli seguenti furono aggiunte alcune parti (è scomparsa ora la cappella dei Valois iniziata da Caterina de' Medici) e il 1847 e il 1879 il Viollet-le-Duc procedette a un restauro generale. Del tempo del Suger restano la facciata (assai mutilata dai monaci del sec. XVIII e dalla rivoluzione), due campate del nartece, la pianta dell'abside e la cripta. La parte terminale, ricostruita dal Viollet-le-Duc, è la più importante: comprende l'incrocio delle navate, il deambulatorio e sette cappelle a raggiera, coperte da vòlte a cinque costoloni, particolare caratteristico che si ritrova in alcuni edifizî leggermente posteriori (le cattedrali di Noyon e Senlis, la chiesa di Saint-Germain-des-Prés a Parigi, Saint-Leu d'Esserent, Saint-Étienne di Caen) e che costituisce quasi il contrassegno dell'influsso di Saint-Denis. La navata, più recente, e le navatelle sono capolavoro di Pietro de Montereau, il cui nome è esplicitamente citato nei documenti. Vi si ritrovano le caratteristiche dell'arte francese dell'epoca di San Luigi. Nella chiesa di Saint-Denis furono seppelliti, come si è detto, i re di Francia a cominciare da Dagoberto (e ne mancano solo alcuni). Le loro tombe, conservate dal sec. xII in poi, costituiscono oggi una galleria incomparabile di sculture funerarie. I monumenti più antichi sono semplicissimi. I sepolcri dei secoli XIII e XIV sono semplici lastre di pietra con la statua giacente del defunto. Nel sec. XVI le tombe divennero monumentali: e vi lavorarono i principali artisti dell'epoca. Prima del genere fu la tomba di Luigi XII e di Anna di Bretagna eretta nel 1535 e opera dello scultore italiano stabilitosi a Tours, Giovanni Giusto: i defunti sono raffigurati giacenti, sotto un baldacchino, sul quale poi sono rappresentati in ginocchio. Tutt'attorno si allineano figure di Apostoli: e alcuni bassorilievi ricordano le vittorie del re. Allo stesso tipo appartengono il monumento a Francesco I, di sua moglie e dei loro figli, il più grandioso di tutti (architettura di Filiberto Delorme e del Primaticcio, statue di Pietro Bontemps e di Francesco Marchand), e quello di Enrico II e Caterina de' Medici (architettura del Primaticcio, sculture di Germano Pilon). Dal sec. XVII in poi i corpi furono semplicemente deposti nelle tombe, decorate con qualche insegna scolpita. Le ossa furono tolte e disperse nel 1793 per deliberazione della Convenzione. Le statue e i timpani delle tre porte della facciata sono di restauro moderno, che d'altronde riproduce l'iconografia e la composizione antiche, note specialmente attraverso i disegni di Montfaucon (le Vergini sagge e le Vergini folli, il Giudizio universale, scene della vita di San Dionigi). A fianco della chiesa gli edifici dell'antica abbazia, rifatti nella 1a metà del sec. XVIII da Roberto de Cotte, Giacomo Gabriel e altri architetti, sono oggi sede della Casa d'educazione della Legion d'onore. Nel Palazzo municipale fu riordinato un piccolo Museo di storia locale.
Bibl.: L. Levillain, Les plus anciennes églises abbatiales de Saint-Denis, in Mem. d. Soc. d'histoire de Paris, 1909; H. Stein, Pierre de Montereau, architecte de Saint-Denis, in Mem. d. Soc. Antiq. de France, 1902; R. de Lasteyrie, Études sur la sculpture française au Moyen-Âge, in Monuments Piot, VIII (1902); E. Mâle, L'art religieux du XIIe siècle en France, Parigi 1924; P. Vitry e G. Brière, L'église abbatiale de Saint-Denis et ses tombeaux, 2ª ed., ivi 1925.