SAINT-GERMAIN-des-prés
Celebre monastero francese fondato dal re merovingio Childerico I, nel 542 o 543, col nome di San Vincenzo e Santa Croce; denominato di Saint-Germain nel sec. VII, perché vi fu sepolto nel 576 San Germano, vescovo di Parigi (il suffisso "dei Prati" è spiegato dalla situazione extra muros del monastero nel sec. XII).
I monaci adottarono nel secolo VII la regola benedettina.
Devastato dai Normanni a varie riprese nel corso del sec. IX, divenne, nel sec. X, proprietà dei conti di Parigi. Ugo Capeto vi rinunciò nel 939, e, d'accordo con il re Lotario, vi pose l'abate Gaulon per riformarvi la disciplina interna. Il 25 aprile 1163 il papa Alessandro III consacrò la nuova chiesa, che doveva poi essere ingrandita con una cappella della Vergine, ora demolita. L'abbazia nel 1368 fu fortificata con una cinta, che venne abbattuta sotto Luigi XIII: ebbe giurisdizione civile fino al 1674 e religiosa fino al 1668 sul sobborgo che si era venuto sviluppando intorno a lei, e che sin dal sec. XIII si era diviso in due parrocchie: S. Sulpizio e Ss. Cosimo e Andrea.
Nel 1513 Guillaume Briconnet fece venire i religiosi della congregazione di Chezal-Benoît, recentemente istituiti; nel 1631 avvenne la riunione con la Congregazione di S. Mauro, il cui padre superiore pose la sua residenza a Saint-Germain; e da allora cominciano i grandi lavori di erudizione dovuti ai reverendi D'Achery, Mabillon, Montfaucon, Martène, Ruinart, Bouquet, ecc. A Saint-Germain vi era una biblioteca aperta al pubblico sin dal 1636 e che aumentò sempre sino alla rivoluzione: nel 1794 un incendio ne distrusse la maggior parte delle collezioni di stampati, risparmiando i manoscritti che furono trasportati alla Biblioteca Nazionale. L'abbazia, che nel 1790 godeva di circa 360.000 lire di redditi venne soppressa in forza delle leggi rivoluzionarie (13 febbraio 1792) e una parte dei suoi edifici fu trasformata in prigione: fu la famosa prigione dell'Abbazia. Delle antiche costruzioni non rimangono più che la chiesa romanica, priva di due torri dal 1822, e la dimora dell'abate.
Di grande importanza per la conoscenza delle condizioni economiche e sociali della regione intorno al monastero nel periodo dell'alto Medioevo è il famoso Polittico, fatto redigere dall'abate Irminon tra l'811 e l'826. In esso sono contenuti l'elenco e i titoli di proprietà dei beni che il monastero possedeva a quel tempo non solo nei dintorni di Parigi, ma anche nelle diocesi di Chartres, Séez, Rouen, Sens e Bourges.
Bibl.: A. Berty e L. M. Tisserand, Topographie historique du vieux Paris, Région du bourg Saint-Germain, Parigi 1876; Gallia Christ., VII, col. 416 seg.; D. Tassin, Histoire de la Congrégation de Saint-Maur, Bruxelles 1704; B. Guérard, Polyptyque de l'abbé Irminon, Parigi 1844, voll. 3; A. Longnon, Polyptyque de l'Abbaye de Saint-Germain-des-Prés, ivi 1886-95, voll. 2; J. Quicherat, Critique des plus anciennes chartes de Saint-Germain-des-Prés, in Bibliothèque de l'École des Chartes, XXI; R. Poupardin, Recueil des Chartes de Saint-Germain-des-Prés, des origines au début du XIIIe siècle, Parigi 1909, voll. 2; L. Delisle, Catalogue des manuscrits latins, dans Bibliothèque de l'École des Chartes, XXVI, XXVIII, XXIX; Auvray e Onont, Catalogue des manuscrits français, Parigi 1898, in-8°.