SAINT-PIERRE et MIQUELON (A. T., 125-126)
Arcipelago situato nell'Oceano Atlantico settentrionale 20 km. a S. di Terranova. Comprende due isole principali, Saint-Pierre e Miquelon, e un certo numero d'isolotti. Saint-Pierre copre 26 kmq.; Miquelon (184 kmq.) si compone in realtà di due isole, la grande Miquelon e la piccola Miquelon o Langlade, riunite da una stretta striscia di sabbia chiamata la Grande Duna, il passaggio attraverso la quale si chiuse nel sec. XVIII. L'arcipelago è costituito da rocce antiche più o meno metamorfiche, con potenti masse di porfido, e reca tracce della glaciazione quaternaria e in particolare di depositi morenici. In conseguenza dell'influsso delle correnti polari, gl'inverni sono molto lunghi, caratterizzati dalla nebbia e dalla neve, le estati corte: le coste da gennaio a marzo sono bloccate dai ghiacci. La vegetazione è povera: muschi, licheni, qualche abete e qualche betulla intristita. Saint-Pierre, sul lato orientale dell'isola omonima, è sede dei servizî amministrativi e luogo di rifornimento dei pescatori: la cittadina che conta 3000 abitanti (su 4000 ab. per tutta l'isola e 5000 per l'arcipelago), discendenti da Baschi, Bretoni e Normanni, è fatta di case di legno circondate da giardinetti; il suo porto ha nome "Le Barachois".
Questi isolotti sono l'unico resto dell'antico impero coloniale francese nell'America Settentrionale. Con l'accordo franco-inglese del 1904, la Francia ha rinunciato al diritto esclusivo di pesca sulla costa orientale di Terranova, diritto che le era riconosciuto dai trattati, ma che faceva sorgere contestazioni numerose e secolari. L' arcipelago presenta qualche interesse solo per la pesca. La fauna marina è molto ricca sui banchi sottomarini vicini all'arcipelago, ricoperti da uno strato d'acqua da 50 a 100 m. Questi banchi sono formati nel punto d'incontro delle acque calde e di quelle fredde dal deposito dei sedimenti trasportati dai ghiacci. I pescatori ricoprono il merluzzo di sale a bordo, o lo portano negli essiccatoi delle isole. La stagione di pesca dura dal 1° aprile al 1° ottobre. La pesca, un tempo assai attiva, è praticata da pescatori bretoni e normanni, che provengono da Saint-Malo, Granville, Paimpol, Fécamp. Le navi a vela sono state in parte sostituite da barche pescherecce a vapore, che approdano poi raramente a Saint-Pierre. La pesca subisce una forte crisi, in seguito al diminuito consumo del pesce salato: il mestiere è duro, poco redditizio e pericoloso a causa degli icebergs e delle nebbie.
Il commercio è di 34.000 tonn. e di 220 milioni di franchi d'importazioni, 22.000 tonn. e 217 milioni di esportazioni. Si esporta pesce e s'importano gli oggetti necessarî ai pescatori: prodotti alimentari, indumenti incerati, utensili per l'attrezzatura delle navi, attrezzi varî. La Francia esporta l'80%: quanto alle importazioni, hanno il predominio il Canada e gli Stati Uniti.
Bibl.: R. Musset, La grande pêche franåaise à Terre-neuve, in Annales de Géographie, 1922; Aubert De La Rue, Les îles Saint-Pierre et Miquelon, in Monde colonial illustré, febbraio 1933.