SAITES NOMOS (Σαίτης νομός)
Nome greco del V nomo del Basso Egitto (Herod., ii, 165), dagli Egiziani detto Neith Nord in contrapposizione al nomo Neith Sud chiamato invece dai Greci Prosopìtes. Aveva come insegna il simbolo della dea Neith, ossia due frecce incrociate sopra uno scudo (se si tratta veramente di uno scudo, cosa che sembra piuttosto incerta per l'età più antica), che appare fin dall'età tinita. Si trovava nella parte occidentale del Delta, sul braccio di Nilo che sbocca presso Rosetta e aveva come capitale Sais S'???SIM-69???w, Σαίς) ora Sa el-Hagar.
Tale città deve essere esistita fin da età più antica, anche se viene menzionata per la prima volta nel Medio Regno. Essa assume particolare importanza in Bassa Epoca con la conquista del Delta da parte di un principe di Sais, Tefnakht, fondatore della XXIV dinastia. Durante la XXVI dinastia (663-525) fu capitale di tutto l'Egitto. Come avviene generalmente per le città del Delta, pochissimo rimane delle rovine di Sais. Particolareggiate descrizioni della città si trovano nelle iscrizioni del Naoforo Vaticano e in Erodoto (ii, 169-171); lo Champollion tentò di ricostruirne una pianta basandosi in parte sui resti da lui stesso veduti e in parte sulla descrizione erodotea. Attualmente anche gran parte degli edifici visti dallo Champollion sono scomparsi, né si sono fatti scavi sistematici nella zona; i ritrovamenti non vanno comunque più su della XXIII dinastia. Moltissimi blocchi di pietra provenienti da Sais sono dispersi, riutilizzati in edifici medievali e moderni in tutto il settore occidentale del Delta. Nella città doveva elevarsi un tempio di Neith, patrona della città (che Erodoto identifica con Atena) di cui esistono rappresentazioni schematiche o addirittura simboliche in molti monumenti tardi. Nel terreno del tempio si trovavano due edifici con reliquie osiriache (le orecchie del dio) e una importante necropoli con le tombe di Apries, di Amasis e forse di Psammetico. Nella città esistevano anche un palazzo reale e altri templi dedicati a diverse divinità. Nel nomo si trovava anche la città di Σιούϕ che, secondo Erodoto (ii, 172), era la patria di Amasis, e che corrisponde al villaggio odierno di es-Saffa nel quale però non si sono riconosciute attualmente tracce di rovine.
Bibl.: A. Mallet, Le culte de Neith à Sais, Parigi 1888; H. Kees, in Pauly-Wissowa, I A, 1920, c. 1767, s. v.; B. Porter-R. L. B. Moss, Topographiscal Bibliography, IV, Oxford 1934, p. 46-49; L. Habachi, Sais and Its Monuments, in Annales du Service des Antiquités de l'Égypte, XLII, 1943, p. 369-407; P. Montet, Géographie de l'Égypte ancienne, I, Parigi 1957, p. 75-87.