Vedi SALA CONSILINA dell'anno: 1965 - 1997
SALA CONSILINA (v. vol. vi, p. 1070)
La necropoli di NO ha restituito esclusivamente tombe delle due fasi più antiche (IX-VIII sec. a.C.) caratterizzate all'inizio dall'uso dell'incinerazione e dalla presenza di elementi tipici delle necropoli villanoviane. Le ceneri del defunto vengono raccolte in una grande urna d'impasto di forma biconica coperta con una scodella capovolta o con un elmo stilizzato in alcune tombe maschili caratterizzate inoltre dalla fibula ad arco serpeggiante con disco laminare di bronzo intagliato a spirale e dalla cuspide di lancia di bronzo del tipo a foglia. Dalla seconda metà del IX sec. nelle tombe maschili è presente la fibula ad arco serpeggiante detta «siciliana» e in quelle femminili il tipo ad arco formato da dischetti lamellari di bronzo con diametro crescente verso il centro dell'arco e con disco terminale di lamina incisa. In seguito compare una ceramica di argilla alquanto depurata che presenta una decorazione convenzionalmente detta «a tenda», consistente in una serie di triangoli inscritti sulla stessa base le cui forme vascolari principali sono la brocca, l'olla, l’askòs e successivamente il cratere.
Gli inizi dell'VIII sec. segnano il diradarsi dell'uso della cremazione. Il cinerario biconico è spesso sostituito da vasi adattati a tale funzione quali l'anfora di forma biconica, l'olla e la situla. Verso la metà del secolo i corredi si arricchiscono di vasi; nelle tombe maschili compaiono le fibule a drago con molla e i primi esemplari di armi in ferro mentre nelle tombe femminili sono frequenti le fibule ad arco rivestito e a sanguisuga. Continua la presenza della ceramica «a tenda», nell'ambito della quale si distingue una produzione caratterizzata da argilla più fine e tecniche decorative più accurate.
Nel corso della seconda metà dell'VIII sec. cambia il repertorio formale dei corredi; compare una ceramica piuttosto fine, lavorata al tornio, caratterizzata da una decorazione a motivi geometrici, la cui produzione continuerà fino al V secolo. Tra le forme del nuovo repertorio si distingue soprattutto il vaso a due anse detto kàntharos, che compare già sul finire della prima Età del Ferro in esemplari di impasto e le cui variazioni morfologiche e decorative saranno successivamente indicative per la cronologia dei corredi. Le fibule più attestate sono del tipo ad arco con decorazione incisa, a drago, a navicella con due bottoncini laterali e con arco rivestito di ambra e osso. Per tutto il VII sec. continua la produzione di ceramica locale.
Dagli inizi del VI sec. gli schemi decorativi della ceramica geometrica diventano esuberanti e adottano fasce, reticoli, linee curve, scanditi da una netta bicromia. Tra i materiali d'importazione è presente la ceramica di tipo ionico. Dalla metà del VI sec. il kàntharos assume le dimensioni e la ripartizione decorativa tipiche del cratere (cratere-kàntharos).
Nel corso della seconda metà del VI sec. la ceramica indigena viene gradualmente sostituita da vasi d'importazione greca a vernice nera e di tipo attico fino al primo quarto del V sec. quando sono presenti le lèkythoi a figure nere del gruppo detto di «Atene 581». La parte di necropoli esplorata non ha restituito testimonianze considerevoli successive alla prima metà del V sec. per quel generale fenomeno di disgregazione dei grandi centri dell'Età del Ferro, riscontrabile in molte realtà periferiche dalla seconda metà del V sec. a.C., in cui va evidentemente inquadrata anche Sala Consilina.
Bibl.: K. Kilian, Beitrag zur Chronologie der Nekropole Sala Consilina. Die Teilnekropole S. Antonio-S. Nicola, in Apollo, II, 1962, p. 81 ss.; J. de La Genière, Rapports chronologiques entre les vases géométriques et les objets de bronze dans la nécropole de Sala Consilina, ibid., p. 43 ss.; ead., Alla ricerca di abitati antichi in Lucania, in AttiMGrecia, V, 1964, p. 129 ss.; K. Kilian, Untersuchungen zu früheisenzeitlichen Gräbern aus dem Vallo di Diano (RM, Suppl. X), Heidelberg 1964; C. Picard, Usages funéraires à Sala Consilina. Sur une grenade historiée, tombe XVII, zone B, in Klearchos, VIII, 1966, p. 141 ss.; J. de La Genière, Recherches sur l'âge du fer en Italia méridionale, Sala Consilina, Napoli 1968; K. Kilian, Archäologische Forschungen in Lukanien, III. Früheisenzeitliche Funde aus der Südostnekropole von Sala Consilina, Heidelberg 1970; J. de La Genière, Contribution à l'étude des relations entre Grecs et indigènes sur la mer Ionienne, in MEFRA, LXXXII, 1970, p. 620 ss.; B. D'Agostino, in Popoli e civiltà dell'Italia Antica, II, Roma 1974, pp. 22 ss., 221 ss.; id. (ed.), Storia del Vallo di Diano, I, Salerno 1981, p. 63 ss.
(A. Di Santo)