Vedi SALAPIA dell'anno: 1965 - 1997
SALAPIA (Σαλαπία)
Città àpula in territorio dauno presso la Salapina o Salpina palus, attuale Lago di Salpi, a S di Manfredonia, ebbe almeno due localizzazioni successive.
La città più antica, detta anche Salpia o Salpis (sulle sue rare monete di bronzo è scritto sia Σαλαπίνων che, ancor meno frequentemente, Σαλπίνων: Head, Hist. num.2, p. 49), fu fondata, secondo la leggenda, da Diomede o, secondo un'altra tradizione, dal rodio Elpias (Vitr., i, 4, 12), ed è quindi probabilmente da identificarsi con la ῾Ελοία ricordata da altre fonti come fondazione rodia in territorio dauno (Strab., xiv, 654; Steph. Byz., s. v.). Ebbe notevole importanza nella seconda guerra punica, prima occupata da Annibale che vi pose i suoi quartieri d'inverno nel 214 a. C. (Liv., xxiv, 20 e 47), poi rioccupata dal console M. Claudio Marcello nel 210 a. C. (Liv., xxvi, 38); durante la guerra civile fu incendiata (Appian., Bel. civ., i, 52). La città sem-bra esser stata importante anche come porto o emporio (ἐπίνειον) di Arpi (Strab., vi, 283). Le fonti ricordano le sue mura con porte a cataracta (Liv., xxvii, 28) e, nelle sue vicinanze, il tempio di Cassandra (Lycophr., 1126-1140) oggetto di venerazione particolare delle donne daune contrarie al matrimonio. Della città non rimangono più avanzi sicuri, ma deve essere probabilmente collocata presso l'odierna Trinitapoli. Da questa zona viene anche una stele di tipo dauno, ora al museo di Alfedena, ornata da meandri romboidali e con la figurazione di una fibula con ricco pendaglio.
In seguito alla malaria, causata probabilmente dall'impaludamento del fiume Carapelle, la città decadde ed i suoi abitanti, per intercessione del romano M. Ostilio, personaggio altrimenti ignoto, si trasferirono, forse nel I sec. a. C., a 4 miglia dalla vecchia città, in luogo più salubre, dotato di un porto ottenuto congiungendo il lago di Salpi col mare (Vitr., i, 4, 12). S. fu municipio romano (Vitr., loc. cit.), ed è ricordata dai gromatici anche come colonia (Grom. vet., 210 e 261). La città, presso la Cantoniera di Montaltino, è ancora tutta da scavare; sono visibili sul terreno resti delle mura e di edifici e recentemente si è identificato un ipogeo, probabilmente di età augustea, ornato di stucchi. Nelle sue vicinanze, in località Posta di Triglione, vi sono resti di un'ampia casa signorile di età ellenistica e di impianti agricoli per vino e olio.
Negli itinerari è ricordato, più o meno in corrispondenza della S. romana, la località Salinae (Tab. Peuting., Itin. Ant., 314), che viene detta più esattamente: Salinae quae et Salapis (o Salpia) in Guidone (22 e 71).
L'identificazione di una seconda città di Salapia o Salepia nel Salento, presso Lecce, in base a una diversa lettura di un passo di Strabone (vi, 281: Σαληπία al posto di ῾Αλητία o Βαλητία) è incerta. Nella località, che oggi ha nome Li Salappi, vi sono scarsi avanzi di mura e qualche tomba messapica.
Bibl.: H. Philipp, in Pauly-Wissowa, I A, 1920, c. 2007-2009, con bibl. prec.; J. Bérard, La colonisation grecque de l'Italie méridionale et de la Sicile, Parigi 1941, pp. 72-75; 383; 387-390; N. Degrassi, in Fasti Archaeologici, XI, 1956, n. 2823; per la stele "dauna": L. Mariani, Di una stele sepolcrale salapina, in Rendiconti Lincei, 1909, pp. 407-417. Per M. Ostilio: O. Münzer, in Pauly-Wissowa, VIII, 2, 1913, c. 2504, s. v. Hostilius, n. 5. Per la S. salentina, v.: F. Ribezzo, Corpus Inscription. Messapic., p. 117.