saldo
Differenza algebrica tra le poste attive e passive di un conto. Quando il conto misura i flussi di pertinenza di un particolare fenomeno, se le poste attive superano quelle passive ci si trova di fronte a un surplus o avanzo; nel caso opposto un deficit o disavanzo. Qualora il conto considerato misuri le consistenze (o gli stock) del fenomeno oggetto di rilevazione, se le voci attive sono maggiori di quelle passive il s. indica la presenza di una posizione creditoria; viceversa si viene a evidenziare un debito. Esiste un legame diretto tra il s. di un conto che rileva i flussi e l’entità del s. del conto a esso collegato che quantifica le consistenze, in quanto il primo misura la variazione del secondo. Per es., un surplus nel conto riguardante i flussi di un particolare fenomeno va ad aumentare la consistenza di una eventuale posizione creditoria (o a diminuire quella di una debitoria) connessa a quello stesso fenomeno.
La definizione di s. sopraindicata può essere applicata a numerosi conti che forniscono una dimensione quantitativa di diversi fenomeni economici.
Il s. di bilancio pubblico corrisponde alla differenza tra entrate e uscite della pubblica amministrazione e normalmente assume un valore negativo, pari al deficit pubblico (➔).
Il s. di bilancia commerciale misura la differenza tra esportazioni e importazioni di merci: un s. positivo coglie la presenza di un avanzo commerciale nei confronti dell’estero.
Il s. delle partite correnti esprime invece la differenza tra reddito disponibile e spesa complessivamente sostenuta da un sistema economico: un s. negativo coglie l’esistenza di un fenomeno di indebitamento nei confronti del resto del mondo.
Il s. di bilancia dei pagamenti misura la differenza tra entrate e uscite riguardanti le operazioni svolte da cittadini residenti con quelli non residenti. Flussi e stock sono direttamente collegati: di conseguenza il deficit pubblico concorre ad accrescere la consistenza del debito pubblico (➔). La definizione di s. può essere applicata anche all’evoluzione di fenomeni la cui dimensione quantitativa non è direttamente riconducibile all’esistenza di poste attive e passive. Per es. è il caso del s. che misura la creazione (distruzione) netta di imprese all’interno di un sistema economico, utilizzato per cogliere la natalità/mortalità delle aziende. Oppure è il caso del s. calcolato come differenza tra nuovi occupati e persone che hanno subito o voluto una cessazione del rapporto di lavoro.
La definizione di s. può essere estesa anche a fenomeni economici aventi una dimensione qualitativa. Per es., il grado di fiducia delle famiglie e delle imprese – un indicatore cruciale per lo svolgimento dell’analisi congiunturale – viene misurato come il s. pari alla differenza tra la percentuale di risposte positive e negative, relative a domande volte a rilevare il ‘sentimento’ che questi soggetti mostrano di avere con riferimento all’andamento corrente e futuro di alcune grandezze importanti per l’andamento del ciclo economico. Quando il s. assume valore positivo esiste un clima orientato alla fiducia; viceversa quando il s. è negativo il clima è improntato al pessimismo.