SALESIANI
. Sono i religiosi della "Società di San Francesco di Sales", fondata da San Giovanni Bosco, posta sotto la protezione di Maria SS. Ausiliatrice, mentre suo titolare e patrono è S. Francesco di Sales, perché don Bosco volle che i salesiani s'ispirassero alla dolcezza e alla carità di questo santo.
La Società Salesiana fu il punto d'arrivo d'una serie d'esperienze compiute da don Bosco in alcuni decennî di apostolato fra i giovani. Quest'opera si era presentata a lui ancor fanciullo sotto le forme d'un sogno, seguito e confermato da altri sempre più chiari e precisi. Accrescendosi ogni giorno più le schiere dei giovanetti che accorrevano a lui, egli pensò di sceglierne i migliori, di curarne la formazione spirituale per crearsi un drappello di collaboratori immediati e perpetuare in avvenire la sua opera. A ciò lo spinsero anche il consiglio del sacerdote G. Cafasso, l'incoraggiamento di Pio IX e le calde esortazioni di Urbano Rattazzi. Tra i giovinetti raccolti la sera del 5 giugno 1852, vi fu anche Michele Rua, suo primo successore, che il 3 ottobre 1852 indossò l'abito chiericale. Nell'adunanza del 26 gennaio 1854 "ci fu proposto" lasciò scritto Michele Rua "di cominciare con l'aiuto del Signore un periodo di esercizio pratico della carità verso il prossimo. Al termine di questo periodo avremmo potuto legarci con una promessa, e più in là questa promessa si sarebbe potuta trasformare in voto. A partire da quella sera si dette il nome di Salesiani a tutti quelli che adottarono questo genere di apostolato". Il 25 marzo 1855 il Rua pronunziava i voti religiosi annuali in presenza di don Bosco.
Solo nel 1855 don Bosco tracciò il primo abbozzo delle regole per la nascente società, che rappresentavano il frutto di tanti anni di vita pratica, e nel marzo 1858 furono presentate manoscritte a Pio IX. Il 9 dicembre 1859 don Bosco uscì dal riserbo e spiegò ai giovinetti il suo piano di fondazione della Società Salesiana, e nel seguente 18 dicembre ne fu eletto il consiglio superiore. Il 14 maggio 1862 i primi 22 discepoli di don Bosco emisero i primi voti pubblici, il 23 luglio 1864 la Società ottenne il decreto di lode della Santa Sede, e con decreto del 3 aprile 1874 veniva definitivamente approvata.
La Società Salesiana, di fronte alla Chiesa, è una società religiosa con voti semplici; di fronte alle autorità civili è un'associazione civile, i cui membri conservano i diritti e i doveri dei liberi cittadini. Perciò la difficoltà più grande che don Bosco incontrò fu la conciliazione del voto di povertà con la proprietà individuale, che volle fosse conservata secondo le leggi civili. Questo principio fu accolto, in seguito, anche per le altre congregazioni religiose.
La Società ha un doppio scopo, interiore ed esteriore: il primo è l'acquisto della perfezione individuale, cioè la propria santificazione; il secondo è rappresentato dalle varie forme di apostolato, di cui le principali sono lo studio e il lavoro. Di qui il motto lasciato da don Bosco in eredità ai suoi figli: lavoro e preghiera.
L'ammissione alla Società Salesiana dipende dai superiori maggiori, e per esservi definitivamente ricevuti si devono superare tre prove: la prima precede il noviziato, e viene detta la prova degli aspiranti; la seconda è il noviziato, e dura un anno intero; la terza è il tempo dei voti triennali. Sono membri della Società: gli ascritti (novizî); i professi triennali (chierici e coadiutori); i professi perpetui (sacerdoti, chierici e coadiutori). La Società è divisa in ispettorie (provincie), ognuna delle quali è retta da un ispettore assistito da un consiglio con voto deliberativo. Ogni istituto è retto da un direttore assistito dal capitolo con voto consultivo. Il rettor maggiore, assistito dal capitolo con voto deliberativo, regge tutta la Società. Egli nomina per un sessennio gl'ispettori, per un triennio i direttori. È eletto dal capitolo generale (assemblea con voto deliberativo, composta da tutti gl'ispettori e da un socio di ogni ispettoria) per dodici. anni e può essere rieletto; pure dal capitolo generale sono eletti, o rieletti, i membri del capitolo superiore.
Rapida fu la diffusione della Società Salesiana e delle sue opere. L'approvazione datale dalla Santa Sede tolse ogni ostacolo alla sua espansione. L'oratorio di Valdocco dal 1846 al 1863 fu l'unico istituto salesiano, ma il 20 ottobre 1863 don Bosco ne aprì un altro a Mirabello Monferrato; in seguito moltiplicò le sue opere in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Inghilterra, prodigandosi finché fu in vita in opere di ogni genere. Alla sua morte le case salesiane erano circa un centinaio, e quasi un migliaio i salesiani. Il suo successore don Michele Rua resse per 22 anni (1888-6 aprile 1910) la Società, e alla sua morte le fondazioni erano 345 e 3996 i salesiani. Don Paolo Albera, secondo successore di don Bosco (1910-29 ottobre 1921), diede nuova espansione alla Società, particolarmente alle missioni, e alla sua morte si contavano 478 istituti con 5194 salesiani. Sotto i successivi rettori maggiori, don Filippo Rinaldi (24 aprile 1922-5 dicembre 1931) e don Pietro Ricaldone, continuarono a moltiplicarsi le missioni, le scuole professionali, le scuole agricole e le case di formazione del personale salesiano.
La prima opera cui don Bosco si applicò fu l'"oratorio festivo", che fu sempre l'oggetto delle sue cure più assidue; ad esso, nei giorni festivi, accorrono molti giovani per ricevervi educazione religiosa e spirituale: e di solito accanto a ogni istituzione salesiana v'è pure un "oratorio festivo". Nel primo oratorio festivo germinò ben presto anche un ospizio (1847), e per necessità domestiche e morali pochi anni dopo sorsero anche i laboratorî per occupare i giovanetti ospiti. Nell'ottobre 1853 don Bosco aperse il primo laboratorio, quello dei calzolai, e poco dopo quello dei sarti; in seguito vennero i laboratorî dei legatori di libri e dei falegnami. Nel settembre 1861 sorse la scuola tipografica, e nel 1862, quando i giovani artigiani oltrepassavano i 300, furono iniziati la fonderia dei caratteri, e il laboratorio dei fabbri ferrai. Oggi le scuole professionali salesiane, fornite di tutto il necessario corredo per la didattica e la tecnica, dànno la seguente statistica (1934): gl'istituti con le scuole professionali sono 111, e 14.000 gli alunni artigiani distribuiti in circa 600 sezioni professionali nei diversi rami: arti industriali (falegnami e stipettai, fabbri e meccanici, elettricisti, scultori in legno); arti grafiche (tipografi, compositori, impressori tipografi, litografi stampatori, legatori e doratori); arti dell'abbigliamento. Ogni istituto ha tutte o alcune di queste sezioni.
Anima e vita delle scuole professionali è il coadiutore salesiano, che è una delle più geniali creazioni di don Bosco, tipo completamente nuovo nella storia degli ordini religiosi. I coadiutori sono salesiani che vestono da secolari, e agiscono come capi d'arte o insegnanti nelle scuole professionali e colonie agricole, o come uomini di fiducia per la trattazione di affari della Società; sono tutte persone di primo piano, e a differenza dei "laici" di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non sono i commessi che servono ai sacerdoti, bensì sono uguali agli altri in tutto, ed hanno comandi, autorità e responsabilità non di rado gravi e delicate. Sono ammessi nella Società dopo due anni di aspirantato e un anno di noviziato; superate queste prove emettono i voti religiosi per un triennio; dopo questa prima professione religiosa debbono frequentare un corso di perfezionamento della durata di due anni, per completare la loro formazione salesiana e professionale. Vivono in comune, senza distinzione, con i sacerdoti o i chierici.
Pur rivolgendo le sue prime cure ai giovinetti artigiani, don Bosco non dimenticò gli studenti, e iniziò i suoi collegi fondando il primo nel 1863 a Mirabello Monferrato, provvedendo, appena poté, alla conveniente preparazione d'insegnanti salesiani laureati nelle università di stato. L'insegnamento salesiano abbraccia tutte le discipline dei moderni programmi scolastici e si estende a tutti i generi o gradi della scuola primaria e secondaria. Fine della scuola salesiana è, soprattutto, quello di rendere accessibile la cultura alla gioventù delle classi meno agiate; essa mira inoltre a formare le vocazioni ecclesiastiche. Attualmente i collegi, convitti, pensionati ed esternati sono 472, per studenti di scuole elementari, ginnasiali, tecnico-commerciali, magistrali e liceali.
Le scuole professionali e quelle classiche furono completate con le colonie e le scuole agrarie, che hanno lo scopo di preparare agricoltori forniti di cognizioni moderne e allenati alle nuove attrezzature meccaniche, sia per la produzione vegetale sia per l'allevamento zootecnico. Le scuole agrarie salesiane sono 40, con 3000 alunni; di esse la più completa è in Italia quella di Cumiana, dotata dei mezzi più perfezionati e rivolta a tutti i rami dell'agricoltura pratica e scientifica.
Vi sono infine istituti destinati esclusivamente alla formazione di personale salesiano; fra essi quello detto dei "Figli di Maria" prepara gli adulti, mentre tutti gli altri preparano in via ordinaria solo i giovanetti. Questi istituti sono ora 170: di essi alcuni (10) importantissimi, sono destinati alla formazione dei soci per le missioni, preparati secondo le esigenze delle missioni stesse.
La prima spedizione di missionarî salesiani fu fatta da don Bosco nel 1875, che li inviò nell'Argentina, per la Patagonia e la Terra del Fuoco; dopo quella prima spedizione quasi in ogni anno ne seguirono altre, sempre più numerose. Oggi i salesiani hanno 15 missioni propriamente dette e parecchie altre secondarie; complessivamente le loro missioni hanno un'estensione di kmq. 1.980.465, con una popolazione di 23.052.451 ab., di cui 275.910 cattolici e più di 22.000.000 pagani. I missionarî sono 969. In questa statistica non sono compresi i 246 missionarî addetti alla Patagonia meridionale e alla Pampa centrale, regioni erette a diocesi nel 1934.
Grande è anche l'attività editoriale dei salesiani. Già don Bosco compose circa un centinaio di opere di pietà e istruzione, disponendo che il suo istituto lo seguisse per questa strada. Nel 1853 iniziò la pubblicazione mensile delle Letture Cattoliche, ancora oggi fiorentissima; poi la collezione dei classici latini opportunamente corretti: Selecta ex latinis scriptoribus, e l'altra: Selecta ex christianis scriptoribus in usum scholarum. Nel 1869 iniziò la Biblioteca della gioventù, che terminò nel 1885 dopo aver presentato in 204 volumetti le migliori opere dei classici italiani. Al 1877 risale la pubblicazione del Bollettino Salesiano, mensile per i cooperatori e le cooperatrici salesiane, che ora si pubblica in 17 lingue, mentre la sola edizione italiana ha una tiratura di 165.000 copie. Con le officine tipografiche e le librerie, si moltiplicarono le collezioni (classici latini e greci, collane drammatiche, ecc.) e le pubblicazioni isolate o periodiche, religiose o letterarie e scientifiche.
La Società è fiancheggiata da altre opere salesiane. Prima fra tutte l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, religiose fondate da don Bosco nel 1872, che hanno per la gioventù femminile la stessa missione dei salesiani per la gioventù maschile; esse, in tutte le parti del mondo, sono 8068 e hanno 718 istituti divisi in 34 ispettorie delle quali 11 in Italia, 6 nel resto d'Europa, 15 nelle Americhe e 2 nelle missioni. Vi è inoltre la Pia Unione dei cooperatori e delle cooperatrici salesiane, fondata da don Bosco nel 1856 e sistemata definitivamente nel 1876: i cooperatori si propongono di vivere secondo lo spirito salesiano, di aiutare i sacerdoti nell'azione cattolica, e di soccorrere con le preghiere e materialmente le opere salesiane; don Bosco li diceva la sua longa manus. È infine da ricordare l'Associazione di ex-allievi salesiani, federazione internazionale costituitasi nel 1909.
Oggi i salesiani sono 11.500, divisi in 724 case o istituti diversi, e questi raggruppati in 46 ispettorie. Le ispettorie sono 9 in Italia, 15 nel resto d'Europa, 17 nelle Americhe, 5 nelle missioni. Se a queste cifre si aggiungono le 718 case e le 8068 religiose dell'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l'opera salesiana nel mondo consta di 1442 case e di 19.568 figli di San Giovanni Bosco.
A. Amadei, Don Bosco e il suo apostolato, Torino 1929; G. Joergensen, Don Bosco, ivi 1929; E. Ceria, Don Bosco con Dio, 2ª ed., ivi 1930; F. Giraudi, L'oratorio di don Bosco, ivi 1935; B. Fascie, Del metodo educativo di don Bosco, ivi 1927; V. Cimatti, Don Bosco educatore, ivi 1924; C. Salotti, Il Santo Giovanni Bosco, ivi 1934; A. Du Bois, Don Bosco et la pieuse société des Salésiens, Parigi 1885; G. B. Calvi, La vita di don Bosco narrata alla gioventù, Torino 1934; A. Auffray, Un gigante della carità, ivi 1934; F. Maccono, Suor Maria Mazzarello, prima superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice fondate da San Giovanni Bosco, ivi 1934; G. B. Lemoyne, La vita di S. G. Bosco, voll. 2, ivi 1935.