SALIERA
. Parte importante del corredo della tavola, sì che fino dal Medioevo se ne hanno o se ne ricordano esempî la cui forma rivela intenzioni artistiche: saliere in metalli preziosi, specialmente in argento, non destinate all'uso quotidiano. Ma furono più comunemente di piombo, di vetro e, nell'uso rustico, di legno. In Italia si trovano negl'inventarî quattrocenteschi menzionate saliere d'argento ("una saliera choperchiata con 6 saliere dentro" nell'inventario di Piero di Cosimo de' Medici), di vetro ("una saliera di vetro di più colori" ibidem) o di cristallo montate in argento talvolta dorato; mentre nel'500, col prevalere della ceramica, si hanno molti esempî di saliere in maiolica, specie della fabbrica di Urbino che abbondò in forme plastiche ricche di motivi angolari, di coronamenti e su piedi. Seguitarono a essere adoperati anche metalli preziosi: esempio massimo, la saliera fatta dal Cellini per Francesco I (oggi nel museo di Vienna), con le personificazioni dell'Oceano e della Terra. Nei paesi settentrionali d'Europa continuò anche nel '500 l'uso delle saliere in metallo e cristallo a forma cilindrica, a campana o quadrate, a coperchi sormontati da figure, che cedono poi il passo a quelle più basse e semplici, circolari od ottagonali. Si hanno però anche saliere in ceramica (Francia, B. Palissy) o decorate a smalto dipinto di Limoges, o in avorio con montatura d'argento (Fiandre). Nei secoli XVII e XVIII le forme si fanno più variate (ovali, a navicella, ecc.) e sono frequenti, per l'uso comune, saliere piccole e semplici da mettersi presso il piatto di ogni convitato: quelle forme continuano poi quasi costanti nello stile Impero e nel sec. XIX.
G. Lehnert, Illustr. Gesch. des Kunstgewerbes, Berlino s. a.; British Museum, Guide to medieval antiquities, Londra 1924, p. 223 seg.