Salisburgo
Città dell’Austria, capitale del Land omonimo. S. continua la romana Iuvavum (o Iuvavia) della provincia del Norico, che fu elevata da Claudio a municipio. All’inizio del sec. 8° Ruperto, vescovo di Worms, fondò sul luogo il monastero di S. Pietro e nel 739 s. Bonifacio vi istituì un vescovado, che nel 798 fu elevato ad arcivescovado. Ampliato da donazioni e acquisti (miniere di sale di Hallein e di oro di Rauris e Gastein), l’arcivescovado di S. ebbe parte nella colonizzazione tedesca dell’Austria e, con l’arcivescovo Gebardo, conte di Helfenstein, nella lotta tra Gregorio VII ed Enrico IV. Nel 1278 Rodolfo d’Asburgo riconobbe agli arcivescovi di S. dignità di principi del Sacro romano impero. I contrasti tra i vescovi-principi e la borghesia cittadina e i contadini furono frequenti (rivolte contro gli arcivescovi Leonardo II nel 1511 e Matteo Lang nel 1525). I contrasti continuarono fino alla metà del sec. 17°. Gli arcivescovi di Salisburgo si opposero alla Riforma. Sotto l’arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau (m. 1617) numerosi cittadini protestanti dovettero abbandonare la città. Nel 1623 l’arcivescovo Paris von Lodron fondò l’università. La persecuzione religiosa ebbe un tragico epilogo nel 1731, quando l’arcivescovo Leopold Anton von Firmian decretò l’espulsione dei protestanti. Per la Pace di Lunéville (1802) il principato fu tolto all’arcivescovo Hieronymus von Colloredo, secolarizzato e dato al granduca Ferdinando III, fratello dell’imperatore Francesco. Nel nuovo assetto deciso con la Pace di Presburgo (1805), S. passò all’Austria, quindi (1809) alla Baviera; fu restituita all’Austria nel 1816. Durante la Seconda guerra mondiale ebbero luogo nei pressi di S. (nel castello di Klessheim), da cui presero nome, due incontri tra Mussolini e Hitler in cui vennero discussi i problemi relativi alla condotta della guerra: il primo dal 29 al 30 aprile 1942, il secondo dal 7 al 10 aprile 1943.