SALISBURGO
Capoluogo dell'omonima regione austriaca, corrispondente a Iuvavum, città romana del Norico. La ricerca archeologica, oltre che sul territorio pertinente in antico alla stessa Iuvavum (v.), si è concentrata sull'area urbana.
Fra il 1970 e il 1974 sulla Piazza del Duomo, oltre alle mura del duomo medievale, è stata rinvenuta anche una casa romana a peristilio. Questa si affacciava con piccole tabernae su una via lastricata. La buona qualità del peristilio (rivestimento a lastre del cortile interno, colonne con capitelli corinzi e mosaico pavimentale grigio nell'atrio colonnato) è pari all'arredo degli annessi vani abitabili, sui cui pavimenti si intravedono ancora tre mosaici policromi. In due delle stanze è poggiato sopra i mosaici della fine del II sec. d.C. uno più recente, risalente alla metà del III sec.; si tratta di un tipo di ritrovamento attestato già da decenni in due altri edifici romani della città. La decorazione è di tipo geometrico; solo uno dei mosaici più antichi reca al centro un gorgòneion, conservato solo in parte. La casa a peristilio, eretta attorno al 100 d.C. su edifici preesistenti, fu ricostruita dopo una distruzione dovuta alla guerra contro i Marcomanni del 170. In seguito, dopo aver subito un'altra distruzione e una nuova ricostruzione nel III sec., verso la fine del IV sec. la casa fu demolita interamente e trasformata in una sala stretta e allungata dalla destinazione ancora non chiara.
Fra il 1970 e il 1979 nell'area dell'Università Vecchia furono intrapresi grandi lavori di scavo, grazie ai quali è stato riscoperto un quartiere di botteghe artigiane che va dalla metà del I alla metà del III secolo.
Vi sono attestate due o tre fonderie di bronzo, che fabbricavano le «fibule dai contorni marcati» e quelle «a doppio nodo norico-pannoniche» (norisch-pannonische Doppelknopf-Fibeln), oltre a una fabbrica che lavorava il ferro e produceva anche coltelli con impugnatura in osso, e a una vetreria. In tale ambito è stato rinvenuto un pezzo davvero notevole: una statuetta in bronzo di un genius loci risalente alla prima metà del II sec. d.C. Faceva parte di questo quartiere anche una fabbrica di ceramica (scoperta già nel 1937), i cui prodotti dipinti sul posto seguivano la tradizione della tarda cultura La Tène. Nel cortile di una casa di Mozartplatz, in una fossa di scarico di età tiberiano-claudia sono state rinvenute una ventina di anfore, oltre a ceramica sigillata italica e ad altra di importazione. Si tratta di una scoperta interessante in quanto in una di esse (Dressel 6) sono state ritrovate lische di ventiquattro tipi di pesci di mare e resti di granchi: da ciò si deduce che l'anfora, che porta il marchio t.h.b., doveva contenere una salsa di pesce (allec).
Nel 1970 si è conclusa la campagna di scavi volta a studiare la stazione di cambio nelle Alpi di Immurium, denominata in imurio nella Tabula Peutingeriana. A 1100 m s.l.m. si sono rinvenuti, fra l'altro, due stazioni di cambio, una fucina da fabbro, uno stabilimento termale, una bottega (?) e un mitreo; in seguito, sondaggi di minore entità sono stati effettuati in ville rustiche (Goldegg, Hallwang, Kerath). Nel 1979 sono ripresi gli scavi (tuttora in corso) della villa di Loig, a SO di Salisburgo. Questa villa romana, la più grande rinvenuta in territorio austriaco, fu scavata parzialmente nel 1815, e in quell'occasione vennero ritrovati frammenti di quattordici mosaici pavimentali, insieme al noto mosaico di Teseo (oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna). Le nuove ricerche hanno condotto alla scoperta di edifici commerciali, tra cui un grande deposito di cereali e un piccolo santuario sul tipo del «tempio circolare gallo-romano». Si poté stabilire la cronologia della villa che deve essere compresa fra la metà del I e gli inizi del V sec. d.C. Oltre a resti di stucchi, affreschi, mosaici pavimentali e sculture, numerose lastre in rilievo con delfini di notevole fattura, provenienti forse dalla decorazione dei bordi di una piscina, consentono di ricostruirne l'arredo.
Bibl.: R. Fleischer, Immurium-Moosham. Die Grabungen 1968-1970, in ÖJh, XLIV, 1968-1971, Suppl., p. 177 ss.; P. Karnitsch, Sigillata von Iuvavum (Salzburg). Die Reliefverzierte Sigillata im Salzburger Museum Carolino Augusteum, Salisburgo 1971; N. Heger, in RE, Suppl. XIII, 1973, c. 173, s.v. Iuvavum; id., Salzburg in römischer Zeit (Salzburger Museum Carolino Augusteum. Jahresschriften, XIX), Salisburgo 1974; AA.VV., Die römische Villa Loig bei Salzburg (Salzburger Museum Carolino Augusteum Jahresschriftén, XXVII-XXVIII), Salisburgo, 1981-1982, p. ι ss.; H. Dopsch (ed.), Geschichte Salzburgs. Stadt und Land, i. Vorgeschichte, Altertum, Mittelalter, 3 voll., Salisburgo 1981-1984; W. Jobst, Römische Mosaiken in Salzburg, Vienna 1982; Ν. Heger, Frührömische Amphoren aus der Stadt Salzburg (Mozartplatz 4), in BayVgBl, LI, 1986, p. 131 ss.; J. Lepiksaar, G.E. Thüry, Tierreste in einer römischen Amphore aus Salzburg (Mozartplatz 4), ibid., p. 164 ss.; Ν. Heger, La colonizzazione della regione rurale di Salisburgo nella tarda antichità, in I Romani nelle Alpi, Bolzano 1989, p. 395 ss.; N. Heger, N.Lange, Römische Terrakotten aus Salzburg, Salisburgo 1990.
(N. Heger)