SALIVA (XXX, 535)
Le prime ricerche sul diabete (F. Frerichs, C. v. Noorden, E. Mosler, ecc.) dimostrarono in generale l'assenza di glucosio nella saliva dei diabetici, o la presenza di glucosio nella saliva di questi malati solo in un numero limitato di casi; così F. Frerichs rilevò la presenza di zucchero nella saliva dei diabetici in un caso su nove esaminati. H. Stern (Journ. Am. med. Assoc., 1904, XLIII) nello studio della saliva di 158 casi di diabete, dimostrò la presenza di glucosio in 85 casi. L'argomento fu ripreso sperimentalmente da F. Rathery e L. Binet (1920), i quali dimostrarono che nel cane si può ottenere il passaggio del glucosio nella saliva secreta dalla ghiandola sottomascellare producendo un aumento del tasso dello zucchero sanguigno, sia per iniezione endovenosa di una soluzione di glucosio al 35%, sia per estirpazione totale del pancreas. A differenza della condizione morbosa sopra ricordata, in casi assai rari si può avere presenza di glucosio nella saliva di soggetti che non contengono zucchero nelle urine. Detta rara manifestazione clinica fu segnalata nel 1891 da L. Toralbo che essendo assistente nella prima clinica medica di Napoli, studiò una sua inferma affetta da scialorrea profusa la quale presentava rilevante quantità di glucosio nella saliva, mentre le urine non contenevano zucchero; pubblicò questo caso con il titolo "diabete salivare" (cfr. Il raccoglitore medico, 1891, VII; Riforma medica, 1891, LII). Questa rara condizione morbosa venne successivamente rilevata e studiata da altri autori.
Per la reazione di zambrini nella. saliva, v. zambrini, f., App.