Salmonella
Genere di batteri della famiglia Enterobatteriacee che comprende un gruppo molto numeroso di microrganismi gram-negativi. La s. è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche. La s. è presente in natura con più di 2.000 varianti (i cosiddetti sierotipi), ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo sono Salmonella enteritidis e S. typhimurium.
Le infezioni provocate da s. (salmonellosi) si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. typhimurium e S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica.
La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale fino a forme cliniche più gravi che si verificano soprattutto in soggetti immunodepressi. I sintomi della malattia possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati (ma più comunemente si manifestano dopo 12÷36 ore) e si protraggono per 4÷7 giorni. Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero. Le salmonellosi nell’uomo possono anche causare lo stato di portatore asintomatico. L’infezione si trasmette per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminati, o per contatto, attraverso la manipolazione di oggetti o piccoli animali in cui siano presenti le salmonelle. I principali veicoli di trasmissione della s. sono rappresentati da alimenti, acqua contaminata e piccoli animali domestici.
La diagnosi si effettua con emocolture, mediante coprocoltura ed esami sierologici. Tra i test sierologici disponibili la più classica indagine è la sieroagglutinazione di Widal, che può risultare positiva dalla seconda settimana di malattia; l’incremento di 4 volte del titolo anticorpale in determinazioni successive è diagnostico in pazienti con colture negative. I fluorochinoloni e le cefalosporine di ultima generazione rappresentano i farmaci di prima scelta perché si sono dimostrati efficaci verso i ceppi di s. multiresistenti.