SALÒ (A. T., 20-21)
Cittadina della provincia di Brescia, situata a 75 m. s. m., sulla riva occidentale del Lago di Garda. Ebbe sempre importanza per la sua posizione e per i traffici che di qui possono facilmente avviarsi verso la pianura bresciana (con la quale è oggi congiunta anche da ferrovia). Negli ultimi cinquant'anni il centro ha avuto anche un buono sviluppo (da 3693 ab. nel 1861 a 4390 nel 1931; nello stesso periodo il comune è passato da 5140 a 6493 ab.) soprattutto in grazia del notevole afflusso di turisti che frequentano questo tratto di riviera, attratti dal mite clima invernale e dall'eccellente attrezzatura alberghiera. Il centro è venuto assumendo sempre più netta fisionomia cittadina. Il territorio del comune, esteso 29,75 kmq., si sviluppa tutto sul margine occidentale del lago, intorno al golfo che dal centro abitato prende nome; produce vino, olio, frutta ed agrumi; a Salò sono anche alcune manifatture (specialmente tessuti di lino).
Monumenti. - Salò conserva in gran parte la sua fisionomia antica ed è artisticamente il centro più importarite della sponda bresciana del Garda. Il duomo, la cui prima pietra fu posta nel 1453, è architettura di Filippo dalle Vacche, che si ricollega alle grandi fabbriche ogivali venete. Nell'incompiuta facciata presenta un portale di Gasparo da Cairano e Antonio della Porta da Porlezza (1506-1509). Ha tre navate ogivali divise da dodici colonne, ed è ricco di opere d' arte. Squisito lavoro d' intaglio è la grande ancona lignea dell'altare maggiore con statue policrome, opera di Bartolomeo da Isola Dovarese e Pietro Bussolo. Delle pitture sono particolarmente degne di menzione la tavola con S. Antonio da Padova e quella con la Madonna e i Santi Bonaventura e Sebastiano di Gerolamo Romanino; il S. Antonio con i Santi Sebastiano e Rocco del Moretto; la Sacra famiglia del Torbido; il polittico di Paolo Veneziano, la Pietà e il S. Gerolamo dello Zenon Veronese e l'affresco con l'Assunzione della Vergine di Palma il Giovane nell'abside.
Nella vicina cappella dei Santi Cristoforo e Rocco, si trovano alcuni affreschi di Giovanni da Ulma, del 1475. Nella chiesa di S. Bernardino una Natività e un'Annunciazione di Paolo Farinati.
S. Cattaneo e G. Bongianni, Salò e sua riviera descritta, Venezia 1745; A. M. Mucchi, Il duomo di Salò, Bologna 1932.
La Riviera di Salò.
Con questo nome si abbraccia oggi la piatta o acclive fascia costiera che si sviluppa sulla sponda occidentale (bresciana) del Lago di Garda da Salò a Gargnano (o, secondo altri, a Maderno), e che rappresenta, per amenità di sito, dolcezza di clima, varietà e splendore di vegetazione, una delle zone più belle dei laghi subalpini. Questa fascia, larga da uno a sei chilometri e lunga da otto (Maderno) a sedici (Gargnano), è infatti tutto un seguito di ville, di giardini e di alberghi, impiantati nelle vicinanze dei piccoli centri che si andarono formando lungo la rotabile litoranea, presto accompagnata da una tramvia elettrica, che le corre parallela. Caratteristica di questa "riviera" è la mitezza del clima (la media invernale non scende a Gardone sotto i 6°) che consente vi prosperino, con l'olivo e la vite, gli oleandri, i melograni e soprattutto gli agrumi (cedri, limoni, aranci), i quali occuparono, e continuano in parte ad occupare anche oggi, un posto importante nell'economia locale (cedro e acqua di cedro). Tutta la zona rappresenta quindi uno dei distretti più popolati della provincia (218 ab. per kmq. nel comune di Salò, 164 in quello di Gardone; è da tenere conto della ristrettezza della fascia piana di fronte alle larghe aree montuose che entrano nei territorî dei singoli comuni) e uno di quelli in cui si verifica afflusso immigratorio dai paesi vicini.
Col nome di Riviera di Salò (o Comunità o Patria di riviera o Riviera bresciana o benacense), tuttavia, si intese in passato (dal sec. XV all'epoca napoleonica) tutta la regione delimitata dal cimale montuoso che da Limone per il Lago di Idro divide il Trentin0 dalla Lombardia, dal corso del Chiese fra Lodrone e Bedizzole (all'ingrosso) e da una linea, a S., che da Lonato volgeva a Desenzano, e da qui verso oriente per comprendere anche Rivoltella e Pozzolengo. La regione, che abbracciava 42 comuni (divisi in 6 distretti o quadre) e contava ai primi del sec. XVII oltre 50 mila anime, godette, anche sotto il dominio veneto, di una larga autonomia amministrativa (governandosi con statuti proprî), costituendo un'unità regionale ed economica di cui è visibile ancora più d'una traccia (usi, vie di comunicazione).