Salomone da Lucca
Frate francescano (sec. XIII); fu nominato il 24 novembre 1281, al posto del defunto fra Guicciardino di San Gimignano, inquisitore dell'eretica pravità in Toscana. Con grande zelo riprese antiche accuse di catarismo del tempo ghibellino, definendo condanne, ordinando l'esumazione e l'arsione delle ossa dei morti in eresia e confische e vendite dei beni passati ai loro eredi: così il 16 ott. 1283 pronunciava la condanna contro Farinata, reo, con la moglie Adaleta, di aver chiuso la sua vita (1269) cataro " consolato ".
Ma di fronte ai troppi inconvenienti per le confische che colpivano beni passati da tempo in altre mani, veniva provocata dai pubblici poteri di Firenze una lettera di Martino IV all'inquisitore (3 apr. 1283), con cui gli si chiedeva l'astensione da confische, a meno di provata frode e malizia nei passaggi di proprietà. La documentazione - raccolta dal Barbi - della risoluta attività di S. nelle condanne spesso postume contro personaggi legati politicamente agli Uberti e confische di beni, se meno prova l'urgenza, in quegli anni (1281-1285), di una repressione ereticale a Firenze, può far nascere il sospetto di una certa collusione con un indirizzo politico anti-ghibellino.
Un'allusione a S. fu indicata dal Torraca nel secondo sonetto della tenzone di D. con Forese: Forese racconta di aver trovato " Alaghier tra le fosse, / legato a nodo ch'i' non saccio 'l nome / se fu di Salomone o d'altro saggio " (Rime LXXIV 8-10; e v. anche la risposta di D., LXXV 1). Secondo il Torraca l'anima del padre di D., Alighiero (morto prima del 1283), sarebbe apparsa a Forese " tra le fosse ", dove il corpo, a vilipendio, sarebbe stato gettato, legata dal vincolo così del peccato di eresia come della scomunica, e Forese non avrebbe saputo come sciogliere quei legami, ché egli non era inquisitore, come S. da Lucca. Ma il Barbi, interpretando " tra le fosse ", correttamente, " tra le tombe ", vide nel " nodo " non già l'allusione alla scomunica inquisitoriale, ma piuttosto a un'usura da soddisfare o a una vergogna non vendicata; legata l'anima di Alighiero insomma con un certo difficile nodo, che Forese dice di non saper se chiamare col nome del biblico re Salomone o di altro saggio.
Alcuni studiosi (Guerri, A. Lanza), che giudicano la tenzone opera del primissimo Quattrocento, non identificano ovviamente il Salomone dei due sonetti con S. da Lucca. Per tutta la questione, v. TENZONE.
Bibl. - F. Tocco, D. e l'eresia, Bologna 1899; G.R. Ristori, I patarini in Firenze nella prima metà del secolo XIII, in " Rivista Storico-Critica di Scienze Teologiche " I (1905) 10-23, 328-341, 754-760; F. Torraca, Nuovi studi danteschi, Napoli 1921, 1-40; M. Barbi, La tenzone di D. con Forese, in " Studi d. " IX (1924) 28-63 (rist. in Problemi II 104-128); N. Ottokar, Studi comunali e fiorentini, Firenze 1948, 115-123.