Salomone
Salomone è un arcipelago costituito da centinaia di isole sparse nell’Oceano Pacifico meridionale, su una superficie di circa 28.000 chilometri quadrati. Le due isole maggiormente abitate sono Malaita e Guadalcanal, sede della capitale e centro politico ed economico del paese.
L’arcipelago, già protettorato britannico, ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1978 e la Costituzione ha stabilito che Salomone fosse un membro del Commonwealth e assumesse la forma di una monarchia costituzionale. Il capo di stato è la regina Elisabetta II d’Inghilterra, rappresentata da un governatore generale. Il parlamento ha struttura unicamerale ed è composto da 50 deputati, eletti ogni quattro anni.
La politica nazionale, caratterizzata da partiti deboli e da un’elevata instabilità nelle coalizioni governative, si è dimostrata negli anni incapace di affrontare le riforme strutturali necessarie.
Sul paese, d’altra parte, pesa ancora l’eredità della guerra civile scoppiata nel 1997 e conclusasi solo nel 2003, che ha visto contrapporsi gli abitanti dell’Isola Guadalcanal agli abitanti dell’Isola Malaita, accusati dai primi di essersi insediati nella loro terra e di essersi impadroniti di posti di lavoro e di cariche politiche. Il conflitto tra fazioni, entrambe provviste di proprie milizie, si è concluso nel 2003 con l’intervento della missione di peacekeeping di assistenza regionale (Ramsi), costituita da soldati di diversi paesi dell’area del Pacifico e capeggiata dall’Australia. Nel 2009 è stata allestita una Commissione d’inchiesta per fare luce sui crimini di guerra, mentre la missione Ramsi, nonostante la spirale di violenza sia ormai dissolta, è tuttora operativa con obiettivi di sicurezza (l’arcipelago non ha un esercito proprio), assistenza al governo e risanamento del sistema economico. Dalla fine del 2011 la componente militare della missione sull’isola si sta comunque ridimensionando in favore di quella civile e il suo completo ritiro è previsto per la fine del 2013.
La struttura economica del paese è abbastanza fragile, indebolita dalla crisi internazionale e condizionata dalle calamità naturali – terremoti, alluvioni e tsunami – che ciclicamente imperversano sulle isole, distruggendo le infrastrutture e costringendo buona parte della popolazione ad evacuare. Sebbene le Isole Salomone restino il paese più povero della regione, nel biennio 2010-11 l’economia è tornata a crescere a ritmi sostenuti, intorno al 9% annuo. La maggior parte della popolazione vive di agricoltura di sussistenza e solo un quarto dei cittadini ha un lavoro salariato. Cacao e olio di palma sono gli unici prodotti della terra esportati mentre il legname, le cui esportazioni sono in progressivo aumento, rappresenta una fondamentale fonte di introiti.
Presenti nel paese anche depositi di zinco, bauxite, cobalto, nichel e oro. Le miniere di quest’ultimo, riattivate dopo la chiusura dovuta alla guerra civile, costituiscono il principale motore dell’attuale ripresa, nel quadro di un’economia che tuttavia rimane ancora dipendente (seppur in misura minore rispetto a qualche anno fa) dagli aiuti dei paesi donatori e delle istituzioni finanziarie internazionali. Particolarmente importanti, oltre agli aiuti australiani, sono in questo senso il sostegno del Fondo monetario internazionale (Imf) e le donazioni per progetti di sviluppo provenienti da Taiwan.