SALPIONE (Σαλπίων)
Scultore ateniese (II-I sec. a. C.). La sua firma è incisa in un grande cratere a calice marmoreo, con decorazioni a rilievo. L'orlo è cinto da una ghirlanda di pampini, la pancia è baccellata. La zona principale è occupata da una scena figurata: Ermete, correndo verso la ninfa di Nisa assisa su una roccia, le consegna Dioniso bambino, in presenza di Sileno, Teleté e Oropa e di una menade incedente fra due satiri. Dalle rovine di Formia questo vaso fu trasportato a Gaeta, dove rimase fino a tutto il sec. XVIII; ora è nel Museo Nazionale di Napoli. Un altro rilievo, firmato da S. e rappresentante Zeus assiso fra due figure muliebri offerenti, esisteva a Milano (collez. Palagi).
S. appartiene al gruppo di scultori neoattici, fioriti in Atene negli ultimi tempi ellenistici. Si tratta non già di artisti originali, creatori di nuovi tipi, ma di abili decoratori che, con gusto eclettico e classicheggiante, riprendono tipi e forme di altri tempi e di varie scuole, e ne compongono la decorazione marmorea di vasi, basi di candelabri, altari, puteali, ecc.
Un fare manierato è l'impronta caratteristica di queste composizioni, i cui soggetti sono attinti per la maggior parte al ciclo dionisiaco.
H. Brunn, Geschich. griech. Künstler, 2ª ed., Stoccarda 1889, I, pp. 550, 561, 569; Ruesch, Guida Mus. Naz. Napoli, num. 283; F. Hauser, Die neuattischen Reliefs, Stoccarda 1889; A. Merlin e L. Poinssot, Cratères et candélabres trouvés en mer près de Mahdia, Parigi-Tunisi 1930.