SALTA (A. T., 159)
Città della Repubblica Argentina, capoluogo della provincia e del dipartimento omonimi e sede vescovile, con 34.490 ab. (1932); è situata a 24°46′ 30″ lat. S. e a 65°23′ 40″ long. O. nella valle andina di Lerma, a 1180 m. s. m.; venne fondata nel 1582 col nome di Lerma e conserva ancora nel suo aspetto impronte del passato; gli edifici antichi e le vecchie strade, peraltro, vanno scomparendo, per lasciare il posto a costruzioni e ad arterie stradali moderne. Vi sono edifici notevoli, come il palazzo del governo, la cattedrale, con un'elegante facciata, il collegio nazionale il teatro, il palazzo episcopale, la chiesa di S. Francesco, dalla torre campanaria alta 70 m., e strade ampie e piazze spaziose; in una di esse sorge un monumento al generale M. Belgrano, che nel luogo stesso vinse il generale D. Tristán nel 1812.
Commercialmente Salta ebbe sempre notevole importanza; i suoi traffici principali riguardano legnami di varie qualità, tabacco, mais, grano e zucchero; essa possiede anche varie industrie (fabbriche di ghiaccio, di paste alimentari, di sigarette, di liquori, di saponi).
Data l'altitudine a cui si trova, la città ha clima mite: il mese più caldo è il gennaio, con 22°,2; quello più fresco il giugno, con 11°,7; la media annua delle precipitazioni è di 722 mm., con massimi in gennaio e febbraio (169 mm.) e minimi in giugno-luglio (i mm.). La stagione umida va da dicembre a marzo.
La provincia di Salta. - Provincia dell'Argentina settentrionale, confinante con la Bolivia, con le altre provincie argentine di Jujuy, Catamarca, Tucumán e Santiago del Estero, e con i territorî di Los Andes, Chaco e Formosa, ha una superficie di 126.580 kmq. (press'a poco quella della Grecia) e una popolazione (1934) di soli 189.000 ab. (1,4 per kmq.; nel 1914, ab. 140.927). Il territorio comprende a ovest un lembo della Puna, regione molto elevata, arida, dal clima aspro, spoglia o quasi di vegetazione, spopolatissima, e una serie di catene andine e subandine (Sierre di Maíz Gordo, di Lumbrera, Cumbre de Calchaquí, ecc.); e a est ampie pianure, che sono una sezione del Chaco. La popolazione vive soprattutto nelle valli montane (alta valle del Salado, che ha qui i nomi di Calchaquí e poi di Guachipas, e dei suoi alfluenti S. Maria e Lerma) e, nella zona del Chaco, lungo alcuni affluenti del Bermejo. Essa è costituita in massima parte di Bianchi (gli Indiani sono pochi) e coltiva la canna da zucchero, la vite, il tabacco, il cotone, i cereali e gli alberi da frutto. Notevole l'allevamento del bestiame (845.000 bovini, 133.000 cavalli, 64.000 asini e muli, 384.000 ovini, 410.000 caprini, 70.000 suini). Le risorse minerarie sembra che abbondino, ma non sono sfruttate per la penuria di vie di comunicazione. La provincia è attraversata dalla ferrovia che proviene da Buenos Aires e per Tucumán e La Quiaca porta in Bolivia a Uyuni e La Paz, come anche dalla diramazione di questa che va a Yacuiba, pure in Bolivia. Alla prima si allaccia la linea che va a Salta, e, biforcandosi, risale poi la valle del Calchaquí e la Quebrada del Toro per raggiungere San Antonio de los Cobres nel territorio di Los Andes; alla seconda la ferrovia che, attraverso il Chaco, va a finire sul fiume Paraguay a Formosa.
G. M. Wrigley, Salta. An early commercial Centre of Argentina, in Geogr. Review, 1916, pp. 116-133.