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SANFUENTES, Salvador

di Raoul Margottini - Enciclopedia Italiana (1936)
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SANFUENTES, Salvador

Raoul Margottini

Uomo di stato, magistrato e letterato chileno, nato nel 1817, morto nel 1860. Visse nel periodo formativo della nazione, distinguendosi per le sue attitudini di animatore ed organizzatore. Si avviò, appena finiti gli studî di diritto, alla carriera amministrativa e raggiunse prestissimo la carica di direttore generale al Ministero della giustizia e dell'istruzione pubblica. Nel 1843 fu segretario della nascente università, e durante due anni svolse un'azione preziosa per l'incremento degli alti studî e principalmente dell'attività letteraria. Nel 1845, nominato governatore di Valdivia, fornì quella provincia di opere pubbliche fondamentali. Nel 1846 deputato; nel 1847 titolare del Ministero della pubblica istruzione, nel 1856 consigliere della Corte d'appello di Santiago; nel 1857 di nuovo ministro della Pubblica istruzione; nel 1858 passò alla Suprema corte di giustizia dove rimase fino alla morte.

Come poeta, il S. sopravvive per la leggenda El campanario, che contiene saporose descrizioni folkloristiche, e per il poema Teuodo o las memorias de un solitario troncato al quarto canto. Dei suoi drammi, il primo, Caupolicán, opera dei vent'anni, tragedia in versi che celebra tradizioni autoctone, resta sempre il più interessante. Delle sue rievocazioni storiche, le più suggestive sono Chile, desde la batalla de Chacabuco a la de Maipú e il lungo romanzo in poesia Ricardo y Lucia o la destrucción de La Imperial. Lasciò inoltre il poemetto postumo Irrami (1863) e alcuni Dramas inéditos.

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