SALVINI, Salvino
SALVINI Salvino. – Nacque Firenze il 9 febbraio 1668 (1667 secondo lo stile fiorentino) da Pier Maria e da Eleonora di Attilio del Dua.
Fratello minore di Anton Maria fu educato con lui e gli altri fratelli da precettori privati; in seguito fu indirizzato allo studio della filosofia nel collegio fiorentino della Compagnia di Gesù sotto la guida del padre Ferdinando Zucconi per passare poi nello Studio pisano dove intraprese gli studi legali che abbandonò per dedicarsi alle umane lettere e soprattutto alla raccolta di memorie patrie. Il 27 Settembre 1693, come da antica tradizione, recitò nella basilica fiorentina di S. Lorenzo un’orazione in lode di Cosimo Pater patriae edita postuma (Firenze 1814). Un’altra prova di arte retorica unita a pensieri profondi di filosofia morale e non scevra da echi neoplatonici fu l’orazione funebre composta e recitata il 23 settembre 1694 nella chiesa Nuova di Firenze per le esequie dell’oratoriano Filippo Franci, fondatore della Pia casa del refugio de’ poveri fanciulli, edita poi da Niccolò Bechi (Vita del venerabile servo di Dio Filippo Franci…, Firenze 1741, pp. 245-260). Accademico della Crusca dal 1704, l’8 febbraio 1710 in seno all’ accademia recitò un Ragionamento sopra l’origine dell’Accademia della Crusca edito postumo (Firenze 1814), nel quale esordisce giustificandone il momentaneo «riposo» fatto di «oneste piacevolezze» prima di «rimettersi nella via della fatica» (pp. 20-21). Nella Crusca Salvini ricoprì tre volte la carica di censore tra il 1741 e il 1748; nel 1746/1747 quella di Arciconsolo. Si deve a lui il ritrovamento dei «frammenti» di Piero de’ Bardi detto il Trito nei quali si dava notizia dei primi anni dell’accademia. Socio dell’Accademia Fiorentina dal 1701, nel 1706 vi ricoprì la carica di Consolo che implicava anche quella di rettore dello Studio fiorentino; nello Studio dal 1734 tenne la cattedra di filosofia morale senza stipendio.
Con il favore del gran principe Gian Gastone de’ Medici fu confermato nella carica di Consolo della Fiorentina dal 1710 al 1717, anno in cui vide la luce la sua opera principale Fasti consolari dell’Accademia Fiorentina, oggetto di molte lodi sui periodici e negli scrittori del tempo. Il suo biografo Bindo Simone Peruzzi salutò questa impresa come propizia a colmare le lacune provocate dal recente incendio che aveva causato la perdita di molti documenti utili alla storia del sodalizio (B.S. Peruzzi, 1752, p.173). Nell’introdurre le notizie dei Consoli Salvini ricordava il culto e la lettura di Dante praticati a Firenze fin dal XIV secolo, nonché il merito del duca Cosimo I de’ Medici di avere favorito l’Accademia Fiorentina per fare della lingua toscana, e non solo della latina, la lingua degli eruditi e che, grazie alla Commedia di Dante Alighieri, nume tutelare del sodalizio, poteva vantare un felice connubio di lingua e dottrina (Fasti consolari…, pp. XII, XX).
Annoverato tra i primi soci dell’Arcadia con il nome di Criseno Elissoneo dette un cospicuo contributo alla stesura delle vite degli arcadi alle quali si aggiunsero quelle di altri personaggi coevi della Repubblica delle lettere. Queste vite, ancora in parte inedite, ebbero un’ampia circolazione editoriale; la vita dell’archiatra Francesco Redi comparsa una prima volta nelleVite degli Arcadi illustri (Roma 1708, parte prima, pp. 1-12) fu pubblicata anche in apertura della Raccolta di poesie di Francesco Redi (Londra [Livorno] 1781, pp. I-XXVIII). La vita del giurista Lazzaro Benedetto Migliorucci edita una prima volta nel tomo XXVII del Giornale de’ letterati d’ Italia (Venezia 1716) fu tradotta in latino e pubblicata in fronte alle Orazioni latine di Migliorucci (Firenze 1747). La vita del canonico Leonardo Dati fu pubblicata insieme all’edizione delle sue lettere (Firenze 1743, a cura dell’abate Lorenzo Mehus), mentre la vita del senatore Carlo di Tommaso Strozzi comparve sia nei Fasti Consolari (pp. 464-472) che nell’edizione delle sue lettre a cura di Gargano Gargani, (Firenze 1859, pp. 1-12).
Alla famiglia Strozzi Salvini manifestò in varie occasioni la propria gratitudine per avere avuto libero accesso alla cospicua libreria fondata dal senatore Carlo. Rimase inedita la vita che Salvini intendeva scrivere del fratello Anton Maria morto nel 1729 e di cui aveva iniziato a ordinare l’epistolario. Nel tomo XXVI del Giornale de’ letterati d’Italia (Venezia 1716, p.460) fu annunciato il suo progetto di scrivere una storia di tutti i letterati fiorentini frutto delle personali ricerche e del minuzioso lavoro di correzione e integrazione all’Istoria degli scrittori fiorentini del gesuita Giulio Negri e che l’amico, il proposto Anton Francesco Gori, si riproponeva di portare a termine con il titolo di Palladium Florentinum (A.F. Gori, La Toscana illustrata nella sua storia, Livorno 1775, pp. 297-298). Oggetto di dediche ricche di stima per la sua erudizione e il suo amor patrio, autore di prefazioni e annotazioni ad opere altrui, Salvini illustrò il suo metodo filologico e storico nella Prefazione all’edizione della Cronica di Buonaccorso Pitti (Firenze 1720) sia elogiando il culto delle memorie familiari come utile alla storia patria e alla storia generale, sia giustificando la scelta di conservare l’ortografia originale del testo come esempio «per ammaestrare e impratichire i leggitori di antichi manoscritti» (p. XXXVIII). Con altrettanta acribia collazionò il codice della Cronica di Dino Compagni conservato nella libreria della famiglia Strozzi con quello conservato ora alla Biblioteca nazionale Marciana di Venezia e appartenuto ad Apostolo Zeno. Con Zeno e con Muratori Salvini tenne corrispondenza epistolare; fra i vari argomenti vi ricorre il tema dell’edizione delle cronache e dei testi «del buon secolo» insieme all’incoraggiamento a proseguire il progetto della storia dei letterati fiorentini e a portare at ermine la stesura della vita del fratello Anton Maria. Fu Muratori a proporlo come socio dell’Accademia degli Assorditi di Urbino nel 1730, esortandolo a inviare al presidente dell’accademia alcune sue notizie biografiche (Lettere inedite di Lodovico Antonio Muratori scritte a toscani dal 1695 al 1749, Firenze 1854, pp. 202-203). Promosso canonico nella chiesa metropolitana di Firenze nel 1721 raccolse varie notizie sui canonici dall’anno 400 fino al 1751 che si conservano inedite nell’archivio storico del Capitolo e di cui fu pubblicato postumo un estratto contenente anche le notizie dei canonici ammessi dal 1751 al 1782. All’antenato suo omonimo, il canonico Salvino Salvini, dedicò un sonetto edito nel 1750 insieme a molti altri suoi componimenti poetici d’occasione e in onore o ricordo di personaggi protagonisti della società fiorentina; in altri versi più intimi espresse sentimenti malinconici nel presagio della morte che avvenne il 29 novembre 1751. Fu Bindo Simone Peruzzi che per l’accademia Colombaria distese e pubblicò le memorie della vita di Salvini che dal 1736 era stato socio del sodalizio col nome di Tenero. Solenni onoranze funebri gli furono tributate anche nell’accademia Fiorentina che per iniziativa del consolo abate Gio. Lorenzo de’ Nobili fece coniare una medaglia da Antonio Selvi e da Bartolommeo Vaggelli con l’effigie di Salvini in abito di canonico e sul rovescio con l’impresa dell’accademia e il motto con le parole tratte dal VI canto del Paradiso di Dante, «Perché onore e fama li succeda».
Opere. Le principali opere a stampa di Salvini sono i Fasti consolari dell’Accademia Fiorentina, Firenze, 1717, con notizie che Salvini stesso dà della sua attività di Consolo dell’Accademia (p. 653 e pp. 661-665); nel 1720 con il fratello Antona Maria e il canonico pratese Giovambattista Casotti corredò di note e di una sua prefazione l’edizione della Cronica di Buonaccorso Pitti, Firenze 1720; una scelta di sue poesie fu edita da Pier Andrea Burioli in Rime di poeti illustri viventi, parte seconda, Faenza 1724, pp. 475-478; Delle lodi dell’Altezza Reale del Sr. Gio. Gastone Gran Duca di Toscana. Orazione funerale detta pubblicamente nell’Accademia della Crusca il dì 23 luglio 1738, Firenze 1738; 56 sonetti furono editi in Componimenti poetici toscani del canonico Salvino Salvini e del conte Gio. Bartolommeo Casareggi accademici della Crusca, Firenze 1750, pp. 1-56; Catalogo cronologico de’ canonici della Chiesa metropolitana Fiorentina compilato l’anno 1751, Firenze 1782. Tra le opere postume la Relazione della solenne festa per la canonizzazione di San Pio V sommo pontefice celebrata in Firenze dall’Altezza Reale del Ser. mo Cosimo III Granduca di Toscana, in A.F. Gori, La Toscana illustrata nella sua storia con varj scelti monumenti e documenti per l’avanti inediti o molto rari, Livorno 1755, pp.247-277; il Ragionamento sopra l’origine dell’Accademia della Crusca e l’Orazione in Lode di Cosimo pater Patriae, entrambi editi a Firenze, nel 1714, dal canonico Domenico Moreni. Un elenco dettagliato delle numerose orazioni e vite di personaggi illustri composte da Salvini si trova in D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana…, II, Firenze 1805, pp. 301-305.
Fonti e bibl.: La gran parte dei documenti che riguardano la vita e gli scritti di Salvino Salvini, memorie familiari e cittadine, alberi genealogici, spogli, discorsi accademici e orazioni, poesie, biografie, lettere, diari, suppliche, sono conservati in 138 codici della Biblioteca Marucelliana di Firenze. Si segnalano in particolare: Ms. A. 75, contenente lettere di Salvino ai fratelli Anton Maria, Attilio, Alessandro e Settimio; Ms. A.148, contenente lettere diverse; Mss. A. 96: Lettere e fogli riguardanti i fratelli Anton Maria e canonico Salvino con alcune memorie tra le quali l’origine dell’Accademia degli Apatisti, cc. 485 e ss; Ms. A.110, Raccolta di memorie diverse che possono servire per la vita di Anton Maria Salvini suo fratello (secolo XVIII); nei mss. A. 112, A. 144, A.150.2, A.159.2 bis- 3 bis e A.181 sono contenute molte notizie sui canonici del Capitolo della cattedrale fiorentina di S. Maria del Fiore insieme a notizie su famiglie fiorentine, su vescovi fiorentini, fiesolani e volterrani; Mss. A.179, Vite di 24 uomini illustri con Lezioni, Discorsi, Orazioni di Salvini e di altri; Mss. A.183, Con Anton Francesco Gori, Correzioni e Giunte all’istoria degli Scrittori Fiorentini del P. Giulio Negri, voll. 1-10; Archivio storico del Capitolo della Cattedrale di Firenze, Vite ed elenchi di canonici dall’anno 400 al 1751, Scaffali P. 230, P. 231, P. 234, P.239-243, tomi I-V. Alcuni componimenti poetici di Salvini sono in Archivio storico dell’Accademia della Crusca, Poesie trascritte nel Farina, vol. I, fascetta 89; vol. II, fascetta 93; Componimenti recitati nelle adunanze private dell’Accademia della Crusca, fascetta 99, cc. 16r, 19r e 20v; per gli interventi di Salvini nelle tornate della Crusca si vedano fascetta 77, Diario dell’Informe (1696-1728) e fascetta 78, Diario dello Schermito (1729-1764), entrambi consultabili sul sito http://www.adcrusca.it/theke/schedaimmagine2.asp?IDOggetto=4394&IDGestore=4.
Archivio di Stato di Firenze, Miscellanea medicea 72, cc.1612-1613; Miscellanea medicea 331, inserto 23, cc. 42-43; Modena, Biblioteca Estense, Archivio Muratoriano, 77.30, 11 lettere di Salvini a Muratori; Archivio Muratoriano, 47.41, 8 lettere di Muratori a Salvini in copia; Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Mss. Capponi 271-273, contenenti il carteggio di S. S. con il Marchese Alessandro Gregorio Capponi.
Novelle letterarie fiorentine, XII, Firenze 1751, coll. 802-806, B. S. Peruzzi, Memorie della vita del canonico S. S. scritte per la società Colombaria fiorentina in Memorie di varia erudizione della Società Colombaria fiorentina, II, Livorno 1752, pp. 271-285; Lettere di Apostolo Zeno, I-II, Venezia 1752, passim; Storia letteraria d’Italia, V, Venezia 1753, pp. 734-740; IX, Modena 1756, pp. 14-15; M. Lastri, Elogio del canonico S. S., in Raccolta d’Elogi d’Uomini illustri Toscani compilati da vari letterati fiorentini, seconda edizione, IV, Lucca 1770, pp. DCLXXXIX-DCLXCIV; Lettere inedite di Lodovico Antonio Muratori scritte a Toscani dal 1695 al 1749, Firenze 1854, pp. 199-206; I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua Cronica, Firenze 1879, pp. XI-XIV; I. Carini, L’Arcadia dal 1690 al 189. Memorie storiche, I, Roma, 1891, pp. 419-435 e passim; L. A. Muratori, Epistolario, a cura di M. Campori, Modena 1901-1922 (in partic. voll. VI, VII, XI,XI, passim); Catalogo degli Accademici della Crusca, a cura di S. Parodi, Firenze 1983, p. 167; S. Parodi, Quattro secoli di Crusca, Firenze 1983, pp. 53, n.1, 105, 111 ;Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, XXVIII, Carteggi con Mansi…Marmi, a cura di C. Viola, Firenze 1999, pp. 382-390; M. P. Paoli, Naples, Rome, Florence. Une Histoire comparée des milieux intellectuels italiens (XVIIe-XVIIIe siècles), a cura di J. Boutier-B. Marin-A. Romano, Rome 2005, pp. 360, 506-s; Indice del Giornale de’ letterati d’Italia, a cura di M. Fantato, Pisa-Roma 2012, ad indicem.