SALVOTTI von Einchenkraft und Bindeburg, Antonio, barone
Nato a Mori il 10 dicembre 1789, morto a Trento il 17 agosto 1866. Fece gli studî di legge all'università di Landeshut, dov'eb'be a maestro il Savigny, e nel 1810 andò a Milano a far pratica legale, quindi, ottenuto il titolo d'avvocato, esercito per alcun tempo la professione a Trento. A ventiquattro anni fu compreso nella corte di giustizia di Trento e nel 1819, quand'era già promosso consigliere al tribunale di Trento, ebbe incarico di condurre a termine l'inquisizione che la polizia di Venezia aveva iniziata contro i carbonari del Polesine. Nominato nel maggio del 1822 consigliere presso il tribunale di Milano, istruì i processi contro il Confalonieri, il Pallavicino, l'Andryane, ecc., che poi espiarono duramente allo Spielberg il loro amore alla causa italiana. La sua condotta al riguardo fu variamente giudicata, anche da storici di valore, quali A. D'Ancona e A. Luzio. Egli stesso, accasciato dall'odio nutrito dai patrioti italiani, tentò negli anni della sua vecchiaia una difesa del suo operato. Il 18 giugno 1846 fu promosso vice presidente del tribunale d'appello d'Innsbruck e quattro anni dopo assunse la presidenza del senato della Corte superiore di Trento. Per la sua dottrina nel giure, nel 1850 fu ascritto al Consiglio dell'Impero.
Dal suo matrimonio con la coltissima Anna Fratnik ebbe un figlio, Scipione (nato a l'11 dicembre 1830, morto a Bologna il 27 febbraio 1883), che, ripudiando le tradizioni paterne, fu avverso al governo austriaco e amantissimo delle aspirazioni italiane, per cui soffrì il carcere a Vienna.
A. D'Ancona, F. Confalonieri, Milano 1898; A. Luzio, A. S. e i processi del Ventuno, Roma 1901; A. Sandonà, Contributo alla storia dei processi del Ventuno e dello Spielberg, Torino 1911.