Samanidi
Dinastia persiana musulmana, che regnò sulla Transoxiana e parte della Persia orientale nei secc. 9°-10°. Suo capostipite è considerato Saman, nobile persiano convertitosi intorno al 730 nelle mani del governatore omayyade del Khurasan. Con gli Abbasidi, i S. furono investiti del governo di varie città e regioni della Transoxiana e territori limitrofi. Con la seconda generazione, il dominio samanide si estese dall’od. Farghana, nell’attuale Uzbekistan, a Samarcanda e a parte del Turkestan cinese. Nella terza generazione, la personalità più in vista fu Isma‛il (892-907), il quale prese nel 903 il Khorasan ai Saffaridi, e incorporò il Tabaristan, stabilendo così il dominio samanide dal Farghana alla Media. In seguito, il regno si ridusse progressivamente al nucleo originario della Transoxiana e del Khorasan, ma l’importanza dei S. per la storia della civiltà islamica, e in particolare persiana, sta nell’impulso da essi dato alla vita culturale, scientifica e artistica. Alla corte di Bukhara (e nella vicina Samarcanda) fiorì la lirica neopersiana, iniziò l’elaborazione poetica dell’epica nazionale iranica, e fece i primi passi anche la prosa persiana. La potenza dei S. andò declinando nella seconda metà del sec. 10° e si estinse sullo scorcio del secolo, quando il Khorasan divenne indipendente con i loro vassalli ghaznavidi; anche la Transoxiana fu loro strappata, nel 999, dai Qarakhamidi per un breve periodo, prima che i Ghaznavidi, i veri eredi, politici e culturali, dei S., se ne appropriassero.