(russo Samarkand) Città dell’Uzbekistan (361.339 ab. nel 2001), capoluogo della provincia omonima (16.400 km2 con 3.032.000 ab. nel 2008), situata a 710 m s.l.m. lungo le rive del Zeravšan, all’inizio della fertilissima vallata irrigata da questo fiume. Grande importanza hanno le industrie tessili, alimentari, conciarie, chimiche e metalmeccaniche, il commercio dei prodotti agricoli e l’esportazione delle pellicce, poiché a S. si trova una delle più importanti aziende per l’allevamento di pecore caracul.
Frequentata per la favorevole posizione fin dal Paleolitico (20.000-15.000 a.C.), vi sono stati trovati focolari associati a fauna e a industria litica. Città tra le più interessanti culturalmente dell’Asia centrale, fu capitale della Sogdiana in epoca achemenide; dopo la conquista di Alessandro Magno fece parte dell’impero seleucidico, quindi del regno greco-scitico di Battriana. Gli Arabi la conquistarono nel 712 d.C., lasciandole una certa autonomia sotto la dinastia locale turca. L’epoca mongola segnò per la città un periodo di splendore, culminato sotto Tamerlano che ne fece la capitale del suo Stato e vi fu sepolto (1405); il nipote Ulūgh Begh vi fondò un osservatorio astronomico e, nel corso del 15° sec., la dinastia dei Timuridi ne fece un centro artistico e culturale la cui fama si diffuse in tutta Europa. Passò poi agli Uzbeki, fino all’occupazione russa (1868). Dal 1924 capitale dell’Uzbekistan sovietico, nel 1930 le fu sostituita Taškent.
S. consta di due parti distinte: la città medievale, con vie strette e tortuose e una piazza centrale (Registan), e quella moderna, con pianta regolare e ampie vie a ventaglio (sviluppatasi dal 1868); tra le due città è la fortezza, terminata nel 1882. Del tempo di Tamerlano restano le rovine della moschea Bībī Khānum (1399) e la necropoli detta Shāh-Zindeh (il revivente), lungo la quale sorgono i mausolei a cupola dei membri della famiglia del sovrano. Quello di Tamerlano (Gūr-i Amīr 1490-1504), uno dei monumenti più importanti di S., è a torre coperta da cupola scanalata. Notevoli inoltre le 3 madāris (madrasa) intorno all’imponente piazza Registan. La caratteristica degli edifici di S. è data specialmente dalla loro decorazione in ceramica; importante l’antica e fiorentissima produzione di maioliche.
Una parte di S. sorge sul sito dell’antica città di Afrasiab («ciò che è collocato sul [fiume] Sijab»), una delle più importanti della Sogdiana. Gli scavi hanno dimostrato che fin dal 1° millennio a.C. all’estremità meridionale di S. esisteva un ampio insediamento urbano, dotato di fortificazioni (di esse rimane ampia testimonianza nel possente bastione difensivo del settore settentrionale) e fornito di un sistema di distribuzione delle acque. I resti archeologici per cui è nota la città – oltre a numerose terrecotte figurate databili, nel periodo più fecondo, fra 2° e 4° sec. d.C. – appartengono al periodo compreso fra il 6° e l’8° sec. d.C., epoca di grande splendore alla quale appartengono i dipinti che adornavano le abitazioni dei nobili e la residenza dei sovrani. La città godette di una certa stabilità fino al 13° sec., quando fu completamente distrutta dall’invasione mongola.
Da S. prende nome un tipo di tappeto di tipo commerciale, ma assai pregiato, decorato a elementi floreali o a medaglioni con variatissime combinazioni di colore. Nelle fasce dell’inquadratura sono rami di fiori e greche.■TAV.