Makhmalbaf, Samira
Makhmalbaf, Samira (Makhmalbāf, Samīra). – Regista iraniana (n. Teheran 1980). Si è affermata nei primi anni del 21° secolo tra le cineaste più interessanti e originali della nuova leva del cinema iraniano. Figlia d’arte di uno dei maestri di questa cinematografia, M. Makhmalbaf, ne ha sviluppato la lezione stilistica, caratterizzata da un connubio tra poesia e verità, impegno civile e riflessione sul cinema, e ha inoltre dedicato la sua attenzione a ritrarre personaggi femminili, spesso giovanissimi, facendo uso di attrici non professioniste e adottando una chiave neorealista, non priva di risvolti poetici, delicati e inventivi. Il suo Takhté siah (2000, «Lavagne») traccia un ritratto ‘dal vivo’ del mondo infantile e adolescenziale, spesso segregato dai pregiudizi degli adulti, nel paesaggio montuoso del Kurdistan dilaniato dal conflitto Iran-Iraq, dove i maestri ambulanti, caricate le proprie lavagne, vanno in cerca di allievi, trovando però casi umani drammatici, che affratellano i più giovani e i più anziani. Questo film vince il Premio della giuria al Festival di Cannes, così come il successivo Panj è asr (2003; Alle cinque della sera), dove, sullo sfondo di una Kabul postdittatura, una ragazza si ribella all’obbligo del burqa e alla proibizione di studiare, scegliendo la sua emancipazione e lasciando il padre nella sua allucinata solitudine ossessionata dal peccato. Il tema dell’apprendistato alla vita e dell’educazione era stato anche al centro del suo contributo al film collettivo 11'09"01 - September 2001 (2002), in cui una maestra, all’indomani dell’attentato alle Torri gemelle, spiega cosa sia un grattacielo agli scolaretti figli di profughi afgani. Del 2008 è Two-legged horse, scritto dal padre e girato in Afghanistan, che affronta ancora il tema del rapporto tra generazioni, e della lotta per la vita nella storia di un padre e del figlioletto disabile.