SAMOA
(XXX, p. 606; App. III, II, p. 656; IV, III, p. 260)
Al censimento del 1986 la popolazione della parte dell'arcipelago che forma lo stato delle S. Occidentali (la sezione orientale è possedimento degli Stati Uniti) è risultata di 157.200 ab., dei quali 112.200 nell'isola di Upolu e 44.900 nell'isola Savaii. Apia, capitale e porto principale, contava nello stesso anno 32.200 abitanti. Nel decennio 1980-91 il tasso di crescita medio annuo della popolazione è stato pari a 0,7%.
L'agricoltura impiega oltre il 60% delle forze di lavoro, pur essendo prevalentemente rivolta a soddisfare le esigenze dell'alimentazione locale (cacao, copra, taro, banane). Alle attività manifatturiere tradizionali si sono affiancate nel 1992 due fabbriche, con apporto di capitali statunitensi e giapponesi, che producono rispettivamente articoli di abbigliamento e fili metallici, destinati all'esportazione. Il turismo (circa 50.000 visitatori l'anno) dà un significativo contributo all'economia nazionale, supportata anche dalle rimesse degli emigrati e da aiuti finanziari da parte della Nuova Zelanda. Dal 1989 hanno avuto notevole impulso le attività bancarie offshore (la cui localizzazione periferica risponde all'intento di aggirare le rigide normative dei paesi europei e nordamericani).
Nelle classifiche redatte dalle Nazioni Unite le S. Occidentali figurano tra i paesi più sottosviluppati del mondo, e tra quelli più indebitati con l'estero (140 milioni di dollari nel 1991). Un programma di aggiustamento economico avviato intorno alla metà degli anni Ottanta nel tentativo di ridurre l'inflazione e il carico degli interessi sul debito, e di stimolare l'economia con interventi nel campo delle infrastrutture, è stato vanificato dagli effetti disastrosi di due cicloni che hanno colpito l'arcipelago nel 1990 e nel 1991. Successivamente sono stati adottati provvedimenti per attirare investimenti stranieri, allo scopo di ridurre la dipendenza dalle importazioni e di allargare la base produttiva destinata alle esportazioni
Storia. - L'assetto costituzionale delle S. Occidentali, nel primo trentennio di vita dello stato, ha garantito il controllo della situazione politica da parte dei capi dei diversi clan familiari (eletti dalla propria comunità, questi detengono il titolo di Matai). Fino alla riforma elettorale del 1990, dei 47 deputati del Fono, il Parlamento monocamerale, 45 erano infatti eletti dai soli Matai, mentre gli altri due, in rappresentanza della popolazione di origine europea, venivano eletti a suffragio universale. Così, in un quadro istituzionale e sociale fortemente caratterizzato dalla tradizione tribale, all'indomani dell'indipendenza furono insigniti del titolo di Capo dello stato a vita due autorevoli esponenti della comunità samoana. Primo ministro fino alle elezioni politiche del 1970 fu Fiame Mata'afa Mulinu'u. A questi succedette Tupua Tamasese Lealofi, sostituito dopo le elezioni del 1973 nuovamente da Mata'afa (rimasto in carica fino alla morte, nel maggio 1975). Fu poi nuovamente la volta di Tamasese, che perse tuttavia le elezioni del 1976 a favore del cugino Tupuola Taisi Efi.
Nel 1979 si formò per la prima volta nella storia politica del paese un partito politico che, espressione delle opposizioni, assunse il nome di Partito per la protezione dei diritti umani. Presentatosi alle consultazioni politiche del febbraio 1982, esso conquistò la maggioranza parlamentare (24 seggi su 47). Dopo quasi un anno d'instabilità politica − cui corrisposero diverse crisi di governo −, nel dicembre 1982 divenne primo ministro il nuovo leader del Partito per la protezione dei diritti umani, Tofilau Eti Alesana (il precedente segretario del partito, Va'ai Kolone, era stato costretto alle dimissioni dopo appena sei mesi di governo, sotto l'accusa di aver manomesso i risultati elettorali). Le elezioni del febbraio 1985 videro un ulteriore rafforzamento del Partito per la protezione dei diritti umani (che ottenne 31 seggi su 47) a fronte di un nuovo raggruppamento, il Partito democratico cristiano (poi divenuto Partito nazionale dello sviluppo di Samoa), guidato da Tupuola Efi (cui andarono i rimanenti 16 seggi). Ma nel dicembre il rifiuto da parte del Parlamento di approvare il budget presentato dal governo portò alla formazione di un nuovo gabinetto di coalizione guidato da Va'ai Kolone. La situazione non si schiarì neanche dopo le consultazioni elettorali del febbraio 1988, che videro comunque il ritorno al governo di Tofilau Eti − eletto ancora una volta primo ministro − e del suo partito.
Il quadro politico-sociale tradizionale, fondato sul peso e l'influenza dei Matai, attraversava nel frattempo una grave crisi, dovuta in primo luogo all'allargamento a tutti i candidati al Fono del titolo di Matai (precedentemente limitato ai soli capi eletti delle comunità locali). Il tentativo da parte del governo di Tofilau Eti (gennaio 1990) di rafforzare attraverso nuove misure legislative l'autorità dei Matai, anche al fine di ottenerne l'appoggio nelle previste elezioni del 1991, si è scontrato con l'opposizione, mentre veniva indetto un referendum popolare che − preso atto dello sgretolamento dell'autorità dei Matai - chiedeva l'introduzione del suffragio universale per tutti i seggi del Fono. Seppure di stretta misura, la proposta ha ottenuto la maggioranza al referendum (ottobre 1990), e nel dicembre la nuova legge elettorale è stata approvata dal Parlamento.
Le prime elezioni a suffragio universale (aprile 1991), segnate da episodi di corruzione e illegalità (in merito ai quali è intervenuta la Corte Suprema per rivedere i dati contestati), hanno registrato alla fine la vittoria del Partito per la protezione dei diritti umani (30 seggi contro i 16 del Partito del progresso) e la rielezione di Tofilau Eti alla carica di primo ministro. Nel novembre 1991 il Parlamento ha approvato una nuova legge che estende a cinque anni la durata della legislatura e aumenta il numero dei seggi del Fono (da 47 a 49: i due nuovi seggi sono stati conquistati dal Partito per la protezione dei diritti umani). Nel marzo 1993 è nato un nuovo partito con il nome di Partito democratico di Samoa, guidato da Tagiloa Pita.
Bibl.: K. Huh, Economic survey on Western Samoa, Manila 1984; R. Neich, Material culture of Western Samoa: persistence and change, Wellington (Nuova Zelanda) 1985; M. Meleisea, The making of modern Samoa: traditional authority and colonial administration in the history of Western Samoa, Suwa (Figi) 1987; B. Möhlendick, Ländliche Bevölkerung in West-Samoa: eine sozialökonomische Analyse, Saarbrücken 1988.