Samoa
(XXX, p. 606; App. III, ii, p. 656; IV, iii, p. 260; V, iv, p. 616)
Popolazione e condizioni economiche
di Marina Faccioli
Nel 1998 la popolazione aveva raggiunto i 174.000 ab., secondo stime delle Nazioni Unite, con un incremento medio annuo del 12‰ nel periodo 1990-97. Le scarse possibilità occupazionali alimentano tuttora un consistente flusso migratorio, soprattutto verso la Nuova Zelanda, le Samoa Americane e l'Australia. La popolazione, in gran parte concentrata nell'isola di Upolu, si distribuisce prevalentemente lungo le coste, dove sono ubicate le grandi piantagioni. Secondo i parametri delle Nazioni Unite, S. rimane un paese molto arretrato, fortemente dipendente dagli aiuti internazionali e dalle rimesse degli emigrati.
Nei primi anni Novanta il PIL ha registrato una netta flessione, a cui hanno fatto seguito una certa ripresa, e quindi, di nuovo, una caduta (+9,6% nel 1995; +1,5% nel 1997). La crescita risulta seriamente compromessa da fattori climatici avversi, dall'inadeguatezza delle infrastrutture di trasporto, dall'ingente debito estero e dalla modestia delle esportazioni. A metà degli anni Novanta, il governo ha varato un programma di riforme, volto a favorire il decollo dell'industria e del turismo; al fine di incentivare gli investimenti nel settore privato sono stati aboliti i controlli sui flussi di capitali stranieri. Nel 1996 è stato firmato un accordo di cooperazione commerciale con la Cina.
L'agricoltura rimane la principale risorsa economica dell'isola; si tratta prevalentemente di agricoltura da piantagione, i cui prodotti (noci di cocco, cacao, banane, canna da zucchero) coprono circa l'80% del valore totale delle esportazioni; per il fabbisogno interno si coltivano il mais, il taro, l'albero del pane e l'igname. Di scarsa importanza l'allevamento del bestiame (suini, bovini, pollame), pure rivolto al consumo interno. Le foreste, che tuttora coprono circa il 50% della superficie, forniscono discrete quantità di legname, in parte esportato. L'apparato industriale rimane debole, basato soprattutto su industrie alimentari (birrifici, oleifici), tessili e della lavorazione del legno. Nella prima metà degli anni Novanta l'insediamento di alcune grandi imprese statunitensi e giapponesi ha indotto un sostenuto incremento dell'occupazione industriale. In costante espansione il turismo, il quale contribuisce per il 15% alla composizione del PIL, e le attività bancarie legate al ruolo di piazza finanziaria off-shore che il paese è andato assumendo dalla fine degli anni Ottanta.
Storia
di Francesca Socrate
Nonostante la svolta costituzionale del gennaio 1990 - che con l'introduzione del suffragio universale avrebbe dovuto ridurre il potere dei capi dei clan -, la vita politica del paese continuò a essere fortemente condizionata dalle gerarchie tradizionali, e gli stessi partiti (soprattutto i due più importanti, il centrista Partito per la protezione dei diritti umani, al governo dal 1982, e il Partito nazionale dello sviluppo di Samoa, conservatore) rimasero legati agli interessi familiari e locali del passato. L'inadeguatezza di tale struttura di potere rispetto a un paese che si andava trasformando e in parte modernizzando, insieme a una situazione economica arretrata e gravemente compromessa dai danni ingenti provocati dai due devastanti cicloni del febbraio 1990 e del dicembre 1991, contribuì alla nascita di un vasto movimento di opposizione sociale. In seguito all'introduzione nel gennaio 1994 di una tassa sul valore aggiunto che provocò un aumento significativo dei prezzi di carburante e beni alimentari, il paese fu investito da proteste e manifestazioni popolari contro il governo. Mentre l'opposizione si rafforzava e dava vita a nuovi partiti, la classe dirigente veniva investita da gravi accuse di corruzione: per frenare tale fenomeno, nell'aprile del 1996 venne introdotta una nuova legge che stabiliva una rigida distinzione giuridica fra il tradizionale sistema dello scambio di doni e la pratica sempre più diffusa del voto di scambio. Nonostante questi diversi segnali di crisi, la classe dirigente tradizionale dimostrò tuttavia una notevole capacità di resistenza: il Partito per la protezione dei diritti umani, seppure colpito da un sensibile calo dei consensi, uscì infatti vittorioso dalle elezioni dello stesso aprile 1996, mantenendo così le redini del governo sotto la guida del leader Tofilau Eti Alesana, sostituito alla fine del 1998 per ragioni di salute dal collega di partito Tuilaepa Sailele Malielegaoi.
In politica estera, il paese manteneva il tradizionale rapporto privilegiato con la Nuova Zelanda, mentre la minaccia dell'effetto serra lo spinse a partecipare a numerose iniziative internazionali e regionali per il controllo ambientale (a cominciare dal Summit internazionale delle Nazioni Unite, riunitosi per la prima volta nel 1992).
bibliografia
M. Meleisea, Change and adaptations in Western Samoa, Christchurch (Nuova Zelanda) 1992; S. Lawson, Tradition versus democracy in the South Pacific: Fiji, Tonga and Western Samoa, Cambridge-New York 1996.