SAMPIERDARENA (A. T., 24-25-26)
Importante centro già capoluogo di comune autonomo, dal 1926 unito a Genova della quale l'abitato di Sampierdarena è una continuazione verso O. Esso infatti dalla riva sinistra della foce del Polcevera si stende fino all'altura di S. Benigno, sperone roccioso che protendendosi verso il mare divideva l'abitato di Sampierdarena dal porto e dall'abitato di Genova; l'altura, già attraversata da parecchie gallerie e sormontata da costruzioni, è stata sventrata a mezzo di mine per aprirvi una grande strada, la Via di Francia, che unisce Genova a Sampierdarena. Il progetto, in corso di esecuzione, prevede la distruzione totale dell'altura e la costruzione, al suo posto, tra la Via di Francia e la torre della Lanterna (innalzata nel sec. XVI dal comune di Genova all'estremità dello sperone roccioso di S. Benigno) di un quartiere commerciale. Dall'altro lato l'abitato di Sampierdarena, che ha tutte le caratteristiche dei centri industriali con i grandi edifici delle officine, i quartieri operai, le case annerite dal fumo, si allarga dal Polcevera alle pendici dei vicini colli, punteggiati di case e di chiese, e si prolunga assottigliandosi lungo la riva sinistra del torrente, non essendovi ormai più soluzione di contiguità con l'abitato di Rivarolo, che sorge nella stessa valle più a monte. Anche sulla destra del Polcevera la zona abitata continua senza interruzione con l'altro centro industriale di Cornigliano (v.). Sampierdarena è collegato con Genova anche attraverso il porto: il nuovo porto infatti comprende, a O. del Bacino Vittorio Emanuele III, il Bacino Mussolini che con i suoi cinque grandi sporgenti e il nuovo idroscalo, protetto verso mare dalla Diga Principe Umberto, si estende appunto davanti a tutto l'abitato di Sampierdarena dalla foce del Polcevera alla Lanterna di S. Benigno. Sampierdarena è un importaritissimo centro industriale; a Sampierdarena fu fondata nel 1846 quell'officina riparazione della ditta Taylor e Prandi, che nel 1853, per iniziativa del conte di Cavour, fu rilevata da una società in accomandita diretta da Giovanni Ansaldo, la quale diede nuovo impulso allo stabilimento, primo nucleo del grandioso organismo industriale creato da questa società. E dallo stabilimento meccanico Ansaldo di Sampierdarena nel 1854 uscì la prima locomotiva italiana. Oggi accanto a questo storico stabilimento, che ha assunto proporzioni grandiose e fabbrica locomotive a vapore ed elettriche, vetture e carri ferroviarî, motori e caldaie, macchine-utensili, lavorano altre officine meccaniche e metallurgiche, fabbriche di prodotti chimici, grandi molini, la raffineria di zuccheri della Società Ligure-Lombarda, officine elettriche, ecc.
Sampierdarena è anche un importante nodo ferroviario, attraversato dai binarî fin nel cuore dell'abitato: linee per Torino, Milano, Ventimiglia, con diramazioni per il porto e la città di Genova.
Il comune di Sampierdarena contava 14.008 ab. nel 1862, 22.028 nel 1881, 34.885 nel 1901,52.177 nel 1921; dopo l'aggregazione al comune di Genova, la sua popolazione risultò di 53.176 ab. nel 1931.
Storia. - L'antichissimo porto pare avesse il nome da una chiesetta fondata in onore dell'apostolo Pietro. Secondo la tradizione vi sbarcarono nel 725 le reliquie di S. Agostino, e il re Liutprando, venuto da Pavia a riceverle, gli avrebbe dedicato un piccolo tempio costruendo insieme alcune difese militari. Fu per secoli il maggior cantiere di Genova, costantemente ricordato negli atti notarili riferentisi a costruzioni navali, e luogo di raccolta e di rassegna delle squadre genovesi. Anche Guglielmo Embriaco movendo alla crociata vi avrebbe raccolto le sue navi; certo vi fu costruita la flotta fornita a Luigi IX per la crociata del 1248 e in gran parte quella che combatté alla Meloria. Come punto di sbarco e scalo importante aveva una propria milizia, cui contribuivano gli uomini di Val Polcevera, appositamente ordinata e durata per secoli. Si trova notizia di consoli fino dal 1130; poi il locus, come è sempre chiamato, dipese, specialmente per la parte giudiziaria, dal podestà di Val Polcevera. Scalo di Genova e insieme luogo di villeggiatura dei ricchi patrizî, non ebbe tuttavia vita politica autonoma e le sue vicende sono costantemente connesse a quelle della città vicina. Vi fu contrastata nel 1684 la discesa dei Francesi; vi si ritirò nel 1746 l'esercito austriaco cacciato da Genova e durante l'assedio che ne seguì il Botta Adorno vi ebbe il quartier generale; vi sbarcarono nel 1859 i Francesi di Napoleone III. La storia della città moderna è tutta nello sviluppo della sua attività industriale; fu perciò anche uno dei maggiori centri del movimento socialista, ma vanta poi il primo Fascio di combattimento dopo quello di Milano.
Bibl.: Manca qualunque storia; qualche notizia in G. Casalis, Dizionario geografico storico, ... degli stati del re di Sardegna, Torino 1849, XVIII, p. 593; Monografia storica dei porti dell'antichità nella penisola italiana, a cura dei Ministero della marina, Roma 1905, p. 102.