Samsi-Addu e il regno dell'alta Mesopotamia
Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, Antichità, edizione in 75 ebook
La fine dell’impero di Ur III segna l’inizio di una fase caratterizzata da una estrema parcellizzazione del potere in Mesopotamia. Nella prima parte del periodo paleo-babilonese, fino al 1792 a.C., data dell’ascesa di Hammurabi al trono di Babilonia, le città di Isin e Larsa si contendono, con sorte alterna, il controllo delle città della Mesopotamia meridionale. Nel 1792 a.C. Samsi-Addu, signore di Ekallatum, conquista la città di Mari e riesce a riunire sotto il proprio controllo la maggior parte della Mesopotamia settentrionale creando un regno di grandi dimensioni noto come “il regno dell’alta Mesopotamia”. La sua morte avvenuta nel 1775 a.C. e l’instabilità seguita allo smembramento del suo regno apriranno la strada all’egemonia politica e militare di Babilonia e del suo re, Hammurabi.
La successione degli eventi che porta alla fine di Ur III non può essere ricostruita con certezza, a causa di un’insufficiente documentazione scritta. Un ruolo importante vi è sicuramente svolto dai nomadi Amorrei, che tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C. si muovono dai loro territori di origine collocati ad ovest della Mesopotamia e si infiltrano progressivamente nelle città del paese di Sumer e Akkad. Queste migrazioni inducono i sovrani di Ur ad erigere un muro tra il Tigri e l’Eufrate nel tentativo di porvi un freno. Gli Amorrei non cercano scontri diretti con l’esercito di Ibbi- Sin, ultimo re di Ur, ma si schierano a fianco dell’usurpatore Ishbi-Erra, il fondatore della I Dinastia di Isin, nella sua lotta contro gli Elamiti. Questi ultimi si impadroniscono della città di Ur nel 2002 a.C., data che segna l’inizio del periodo paleobabilonese.
L’eredità dell’impero di Ur III viene raccolta dai sovrani di Isin, che, otto anni dopo la caduta di Ur, sottraggono la città agli Elamiti e danno inizio a una fase di ricostruzione. Il successore di Ishbi-Erra, Shu-ilishu, compie l’importante gesto simbolico di restituire ad Ur la statua del dio cittadino, Nanna, portata come bottino in patria dagli Elamiti dopo la conquista della città. Egli è, inoltre, il primo dei sovrani della sua dinastia a fregiarsi del titolo di “re di Ur”, anche se la capitale del suo regno rimane Isin. Nonostante le pretese, tuttavia, i sovrani di Isin riescono a recuperare solo il cuore del vecchio impero di Ur, mentre molte città nelle periferie diventano sede di dinastie indipendenti. Questo, ad esempio, è il caso di Eshnunna (moderna Tell Asmar), situata nella parte inferiore della valle del fiume Diyala, un affluente del Tigri, dove si viene a creare uno stato teocratico, nel quale il sovrano locale, un principe, svolge semplicemente il ruolo di governatore o rappresentante del dio cittadino Tishpak, considerato a tutti gli effetti il re della città.
Un regno indipendente si forma anche nella città di Larsa (moderna Tell Senkere), dove già all’inizio del regno di Ibbi-Sin di Ur si è instaurata una dinastia amorrea. I sovrani di Larsa entrano ben presto in conflitto con quelli di Isin per l’egemonia sulle città e le risorse idriche della Mesopotamia meridionale. Nel 1926 a.C. un re di Larsa, Gungunum, toglie a Lipit-Ishtar di Isin la città di Ur e con essa il controllo del commercio marittimo nel Golfo. Il confronto continua con sorte alterna duranti i regni di Abi-sare di Larsa (re dal 1905 al 1895 a.C.) e Ur-Ninurta di Isin (re dal 1925 al 1898 a.C.), nel corso dei quali la frontiera tra le due città viene fissata a nord della città di Adab. La definitiva espansione di Larsa ai danni di Isin ha inizio con il regno di Sumu-El (re dal 1894 al 1866 a.C.), che, oltre a espandersi militarmente verso nord, porta a termine una serie di grandi opere di canalizzazione destinate a modificare a favore di Larsa il corso di un braccio dell’Eufrate che prima alimentava la regione rivale.
Gli anni in cui si accendono gli scontri tra Isin e Larsa (1894-1865 a.C.) sono caratterizzati da un’estrema parcellizzazione del potere nella Babilonia centro-settentrionale, dove molte città di dimensioni grandi o medio-grandi divengono sede di una dinastia autonoma. Particolarmente importante è la dinastia di origine amorrea che all’inizio del XIX secolo a.C. si stabilisce a Babilonia. Questa riesce, sotto il regno di Sumu-la-El, ad unificare la regione estendendo il suo dominio da Sippar a nord fino a Marad a sud, inglobando anche le città di Kutha, Kish, Lagaba, Damrum, Borsippa, Dilbat e Kazallu.
Nel 1834 a.C., dopo un periodo di instabilità politica interna caratterizzato da una successione di sovrani di breve durata, la città di Larsa è governata da una dinastia probabilmente di origini elamite, che ha la propria base nella città di Mashkan-shapir, sul confine orientale della regione di Babilonia. Il suo fondatore, un certo Kudur-Mabuk, non assume mai il titolo di re di Larsa, pur svolgendo un ruolo molto attivo nel governo del regno. Il trono viene invece occupato dai suoi figli, Warad-Sin e Rim-Sin, mentre sua figlia Enanedu diviene sacerdotessa del dio Nanna ad Ur.
Il regno di Rim-Sin, il più lungo della storia mesopotamica, è segnato da grandi conquiste militari. Al momento della sua ascesa al trono nel 1822 a.C. la sua famiglia controlla un vasto territorio nella Babilonia orientale che si estende da Nippur e Mashkan-shapir a nord fino al Golfo Persico a sud. Nel 1810 a.C. Rim-Sin sconfigge una coalizione formata da Uruk, Isin e Babilonia e, dopo una serie di campagne di successo, prende e distrugge nel 1803 a.C. la stessa città di Uruk. Con la conquista di Isin nel 1793 a.C., Larsa diviene la principale potenza della regione, l’unica in grado di far fronte alla crescente espansione di Babilonia, sul cui trono nel 1792 a.C. sale Hammurabi.
Al momento della sua entrata in scena, Hammurabi ha tra le mani un regno di modeste dimensioni e di secondaria importanza all’interno di uno scacchiere politico molto complesso. A sud si estende il regno di Larsa; a est si trovano i regni di Malgium e Der, entrambi ancora poco noti; a nord-est il regno di Eshnunna, centrato nella valle del Diyala, costituisce il limite tra la piana della Mesopotamia e l’altopiano iranico; a nord si trova invece il cosiddetto “regno dell’alta Mesopotamia”, creato da un re amorreo di nome Samsi-Addu. La fama e il prestigio raggiunti da questo sovrano sono tali che nei secoli successivi molti re assiri lo includeranno tra i propri antenati dinastici.
Secondo alcune fonti, Samsi-Addu sale sul trono di Ekallatum, una città posta sul Tigri a pochi chilometri da Assur, intorno al 1833 a.C.; pochi anni più tardi, nel 1818 a.C., l’avanzata di Eshnunna verso nord lo costringe a lasciare la città per trovare esilio a Babilonia. Nel 1811 a.C., dopo la morte del re di Eshnunna Naram-Sin, Samsi-Addu torna ad Ekallatum e da qui parte per una serie di campagne militari nella regione. Nel 1807 a.C. prende la città di Assur, una conquista di grande rilievo poiché gli assicura il controllo del ricco circuito commerciale con l’Anatolia. Dopo la conquista di Assur, Samsi-Addu si muove verso nord-ovest con l’intento di estendere il proprio dominio sui territori situati a sud del Djebel Sindjar, il “triangolo del Khabur”, cioè la fertile regione pedemontana irrigata dal Khabur e dai suoi affluenti. Le mire espansionistiche di Samsi-Addu si vengono a questo punto a scontrare con quelle di Mari, una città collocata sul Medio-Eufrate siriano, a sua volta sede di una dinastia di origine amorrea.
Durante il regno di Yakhdun-Lim le ambizioni di Mari si estendono dal medio Eufrate, dove le città di Mari, Terqa e Tuttul costituiscono il cuore del regno, verso il triangolo del Khabur, entrando così in competizione con quelle di Samsi-Addu, che aveva stabilito nella regione, a Shekhna (moderna Tell Leilan), la propria capitale, ribattezzata con il nome di Shubat-Enlil. Yakhdun-Lim a questo punto già controlla un’area che comprende i corsi inferiori del Balikh e del Khabur e una regione nota con il nome di Idamaras. Lo scontro con Samsi-Addu induce Yakhdun-Lim a cercare l’alleanza di Eshnunna, che all’epoca controllava una vasta area fino a Rapiqum presso Mari. L’alleanza viene suggellata da un matrimonio interdinastico – Yakhdun-Lim sposa una principessa di Eshnunna – e segna anche l’inizio di un’influenza culturale, evidente nell’adozione a Mari di un nuovo modo di scrivere, conforme a quello di Eshnunna per quanto riguarda segni, sillabario e forma delle tavolette. Alla morte di Yakhdun-Lim, nel 1794 a.C., gli succede il figlio Sumu-Yaman ma il suo è un regno di breve durata: muore dopo poco più di un anno ucciso dai suoi stessi servitori, forse su istigazione di Samsi-Addu. Quest’ultimo, approfittando della fase di debolezza politica, riesce a conquistare la città di Mari nel 1792 a.C., estendendo così il suo dominio su tutta la Mesopotamia settentrionale.
Negli anni successivi (1785 a.C.) Samsi-Addu, già piuttosto anziano, stabilisce la propria residenza a Shubat-Enlil e riorganizza l’amministrazione del suo regno: lui stesso prende il titolo di “grande re”, mentre ai suoi due figli, Ishme-Dagan e Yasmakh-Addu, viene assegnato rispettivamente il governo di Ekallatum e di Mari (1787 a.C.). Alcune lettere ritrovate nel palazzo di Mari dimostrano come Samsi-Addu mantenga di fatto l’ultima parola su ogni questione e controlli con attenzione l’operato dei figli: Yasmakh-Addu in particolare viene ripetutamente rimproverato e accusato dal padre di pigrizia e incapacità.
Nel 1782 a.C. Dadusha, re di Eshnunna, la principale rivale di Samsi-Addu, lancia un’offensiva contro il Medio-Eufrate, invade il Sukhum e minaccia la regione di Mari. Il conflitto non dura a lungo e la pace viene presto ristabilita attraverso un trattato tra i due regni (1781 a.C.), che apre una fase di cooperazione militare: con l’aiuto delle truppe di Dadusha, Samsi-Addu si muove infatti verso il Tigri orientale, dove conquista il regno di Arrapkha (1780 a.C.), situato a circa 100 km ad est di Assur, tra il bacino dell’Adhem e il corso del Piccolo Zab, e le città di Ninive e Qabra (1779 a.C.). Tutta la regione a est del Tigri, dalla valle del fiume Adhem fino al nord di Ninive, viene annessa al regno dell’alta Mesopotamia.
L’alleanza con Eshnunna, inoltre, permette a Samsi-Addu di andare in aiuto al re di Qatna (Tell Mishrife, vicino all’odierna Homs). Questo regno si contende con quello di Yamkhad (capitale Aleppo) l’egemonia sulla Siria occidentale. L’alleanza con Qatna viene cementata attraverso il matrimonio del figlio minore di Samsi-Addu, Yasmakh-Addu, con una principessa siriana di nome Beltum. Il matrimonio provoca molti problemi internamente al palazzo di Mari: il re di Qatna vuole che la figlia occupi un ruolo di primo piano nel palazzo ma Yasmakh-Addu ha già una prima moglie, la figlia del precedente re di Mari, Yakhdun-Lim. Per questo motivo tiene inizialmente Beltum in una posizione secondaria al di fuori del palazzo; le severe lettere di rimprovero del padre, interessato a mantenere l’alleanza con Qatna contro Yamkhad, costringono Yasmakh-Addu a riportare Beltum al proprio fianco.
La morte di Dadusha nel 1779 a.C. inaugura un periodo di tensione tra Samsi-Addu e Hammurabi di Babilonia per il controllo del Sukhum e in particolare delle città di Hit, dove si trova un’importante fonte di approvvigionamento di bitume, e di Rapiqum. Lo scontro tra i due regni è di breve durata ed è seguito da un’alleanza di cui fa parte anche il nuovo re di Eshnunna, Ibal-pi-El II. I tre re alleati conducono nel 1777 a.C. una campagna comune contro il regno di Malgium, verosimilmente collocato sul Tigri a monte di Mashkan-Shapir. Dopo mesi d’assedio alla capitale il re di Malgium paga la pace versando l’enorme somma di 15 talenti d’argento (450 kg ca.) che viene spartita tra i tre re.
Gli ultimi anni fino alla morte di Samsi-Addu nel 1776 a.C. sono segnati da un inasprimento delle relazioni con Eshnunna e Yamkhad a cui si aggiungono rivolte interne, epidemie, attacchi da parte delle tribù nomadi (Turukkei e Beniamiti) che indeboliscono notevolmente il regno dell’Alta Mesopotamia. A Mari, il nipote di Yakhdun-Lim, Zimri-Lim, tornato dal suo esilio ad Aleppo, riprende il trono, cacciandovi Yasmakh-Addu, che sparisce dalle fonti. Molti altri piccoli regni riacquistano la propria indipendenza e solo Ishme-Dagan riesce a mantenere il controllo della regione di Ekallatum. Con la morte di Samsi-Addu si apre una fase complicata. Lo smembramento del suo regno crea infatti numerose tensioni tra i regni della Mesopotamia nello stabilimento dei rispettivi confini.
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, Antichità, Il Vicino Oriente Antico, Storia