Filosofo (Norwich 1675 - Londra 1729). Studiò a Cambridge dove entrò in contatto con Newton; fu parroco della chiesa anglicana di Norwich e poi cappellano della regina Anna. L'attività filosofica di C. fu principalmente rivolta alla diffusione della fisica di Newton e al tentativo di conciliarla con la teologia anglicana. A una esposizione appunto delle idee principali di questo teismo sperimentale, che avrà un ruolo dominante nella cultura inglese della prima metà del secolo 18º, furono dedicati i sermoni tenuti da C. presso la fondazione Boyle negli anni 1704-1705, poi raccolti e pubblicati sotto i titoli di A demonstration of the being and attributes of God (1705) e di A discourse concerning the unchangeable obligations of natural religion, and the truth and certainty of the christian revelation (1706). Contro liberi pensatori e deisti C., oltre a riaffermare l'insostituibilità della rivelazione, sosteneva la possibilità di una dimostrazione matematica dell'esistenza di Dio e un razionalismo etico che ricorreva al metodo geometrico per giustificare i principî morali. Dopo avere curato nel 1706 una traduzione latina dell'Opticks di Newton, C. difese la concezione dello spazio e del tempo assoluto dello stesso Newton in un vivace scambio epistolare con Leibniz che fu pubblicato nel 1717. Nel 1712 aveva pubblicato The Scripture doctrine of the Trinity per la quale C., come accadde ad altri newtoniani, fu accusato di tendenze ariane.