BIAVA, Samuele
Nato a Vercurago (Bergamo) il 3 aprile 1792, si laureò in giurisprudenza, e fu insegnante pubblico di lettere a Milano dal 1820 al 1850. Ritiratosi poi a Bergamo, vi morì l'11 novembre 1870.
Come scrittore, fu romantico; ma non prese parte alle polemiche coi classicisti che fervevano allora a Milano. Egli ripudiò quindi nelle sue liriche la mitologia e ogni reminiscenza classica, e invece rievocò scene medievali (La vendetta, Il romito, Il voto del crociato) e leggende cristiane (I re magi, San Rocco) e trattò soggetti moderni (La fidanzata del coscritto, Guidobaldo, Il cacciatore, Il contrabbandiere); ma soprattutto volle che la sua poesia fosse moralizzatrice. Per meglio raggiungere questo scopo, procurò che avesse argomento e forma popolare, che i versi fossero scorrevoli e sonori, e, possibilmente, che la musica li accompagnasse. Intitolò quindi Melodie varî suoi volumetti (Esperimenti di melodie liriche, Milano 1826; Melodie lombarde, Milano 1828; Nuove melodie italiche, Milano 1835; S. Rocco, Milano 1835; L'Epifania, Milano 1836; Melodie sacre, Milano 1838; Il magistero poetico e musicale del popolo italiano e delle famiglie, Milano 1860, Napoli 1861); e alcuni suoi volgarizzamenti di inni della Chiesa, musicati da Gaetano Donizetti e da altri maestri, vennero cantati a suo tempo nelle scuole. Il B. sentì specialmente la influenza del Berchet, tanto che alcuni suoi versi furono attribuiti al poeta milanese. Ebbe fama abbastanza larga, e il Tommaseo, che lo stimò assai, confessava di dovere a lui il primo sentore del Medioevo.
Bibl.: N. Tommaseo, S. B. e i romantici, in Nuova Antologia, dicembre 1871; B. Prina, S. B., in Scritti biografici, Milano 1888; C. Panizza, S. B., Bergamo 1895.