• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

GHIRON, Samuele

di Fiammetta Lozzi Gallo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 53 (2000)
  • Condividi

GHIRON, Samuele

Fiammetta Lozzi Gallo

Nacque il 5 ott. 1842 a Casale Monferrato da Elia Vita e Rosa Sacerdote. La sua era una importante famiglia ebraica piemontese, colta e agiata, che annoverava tra i suoi membri rabbini e intellettuali.

Deciso a entrare nella carriera giornalistica, il G. esordì nei primi anni Sessanta scrivendo sciarade, motti e brevi componimenti satirici per vari giornali umoristici torinesi tra i quali il settimanale Il Pasquino e il bisettimanale illustrato Il Fischietto, quest'ultimo tra i più diffusi in Piemonte nella seconda metà del secolo XIX. Si fece subito apprezzare per la vena umoristica, capace, con la gradevolezza del racconto in versi o di una prosa agile e sorniona, di indurre il lettore a riflettere sulle questioni politiche e di costume.

Per tutti gli anni Settanta il G. collaborò a varie pubblicazioni milanesi, tra le quali Cronaca grigia, L'Illustrazione popolare, Museo di famiglia, Rivista minima, L'Universo illustrato, Il Monitore della moda, La Lombardia; in esse egli pubblicava in veste sia di critico sia di autore. Come critico, spesso celandosi sotto lo pseudonimo di "Violino di spalla", si occupava soprattutto delle rappresentazioni teatrali milanesi e, più raramente, di letteratura. Come autore pubblicava componimenti in versi, romanzi, novelle, bozzetti. Tra questi si possono ricordare: il romanzo Tornerà! (L'Universo illustrato, 26 marzo 1870), una biografia di Cesare Beccaria (ibid., 28-29 ag. 1870), i versi satirici de Il Galantuomo. Schizzi popolari (Rivista minima, 19 genn. 1873).

Particolarmente assidua fu l'attenzione dimostrata nei confronti del G. da parte de La Strenna italiana. Tra il 1874 e il 1880 su questa rivista vennero pubblicati tra gli altri: i componimenti in metro vario Il racconto del frate. "Scena del Medio Evo" (1874), La chiamata delle mandrie sulle Alpi (1875), Il cantabanco (1876) e La madre (1876); i componimenti in sestine Torquemada (1875) e La tradita (1878); la novella Una notte di Natale (1878).

Nel 1879 il G., che nel 1871 aveva tentato la via del teatro con una commedia, La croce del cavaliere, duramente stroncata dalla critica, subentrò a C. D'Ormeville nella direzione dell'Illustrazione popolare di E. Treves, diffusa rivista milanese, prima bisettimanale e dal 1872 settimanale che, attraverso l'alternarsi di illustrazioni, vignette e testi gradevoli, scritti con un linguaggio facilmente comprensibile e nient'affatto tedioso, cercava di spingere il lettore medio a interessarsi dei problemi del tempo.

Venne poi il trasferimento a Roma dove il G. sarebbe rimasto per il resto della vita, e dove lavorò fino al 1890, come redattore del quotidiano Il Fanfulla. Fu poi assunto da M. Torraca al Corriere della sera, all'inizio con contratto di collaborazione e poi come redattore. Per questo giornale il G. si occupò anche di cronaca politica e parlamentare. Scrisse, inoltre, del mondo militare, di cui era appassionato e in cui aveva amicizie tra gli ufficiali, ma non firmò mai i suoi articoli. Dal 1896 diresse, inoltre, la Corrispondenza politica. Bollettino d'informazioni, un foglio d'agenzia che in anticipo sugli altri giornali pubblicava brevi e numerose notizie dall'Italia e dall'estero. Dal 1907 passò alla redazione de Il Giornale d'Italia, il quotidiano fondato e diretto da A. Bergamini, già suo collega al Corriere.

Della scrittura del G., sempre agile, piana, d'intento visibilmente divulgativo, sono chiari esempi le sue biografie e raccolte di aneddoti sulla vita dei protagonisti del suo secolo: Ferdinando di Savoia, duca di Genova (Torino 1877), Aneddoti della vita di Vittorio Emanuele (Roma 1903), Aneddoti sulla vita di Cavour (ibid. 1910). In Ferdinando di Savoia, duca di Genova, opera che l'autore dichiara di scrivere per offrire un modello di eroismo alle giovani generazioni e all'esercito, la figura del duca, presentato come uno degli eroi della unificazione, è descritta con intento chiaramente agiografico. In Aneddoti della vita di Vittorio Emanuele, il re di Sardegna e poi d'Italia è descritto come un uomo abile, democratico, coraggioso, fortemente motivato dall'ideale unitario. In Aneddoti sulla vita di Cavour, alcuni piccoli eventi curiosi e significativi sono utilizzati per mettere in rilievo gli elementi del carattere e raffigurare Cavour come uomo arguto e dall'ingegno pronto e duttile.

Un'altra biografia, Appunti ed aneddoti della vita di Garibaldi (Il Messaggero, 27-28 giugno e 2-3, 5-7, 8 e 10 luglio 1907) non fu, invece, pubblicata in volume: col metodo narrativo già sperimentato in altri lavori il G. celebrava il centenario della nascita di Garibaldi raccontandone la vita e dipingendolo a tutto tondo come un eroe.

Tra le altre opere del G. rivestono un certo interesse Il cimitero monumentale di Milano (Milano s.d.) e Francesca da Casale (Casale Monferrato 1869). Il cimitero monumentale di Milano è una dettagliata guida storico-descrittiva - corredata da una piantina e da una raccolta di estratti dal regolamento del cimitero - compilata, su suggestioni dichiaratamente foscoliane, per descrivere i principali monumenti ma soprattutto per ricordare i grandi uomini lì sepolti e incoraggiare il culto dei defunti valorosi come incitamento alle azioni nobili e coraggiose. Francesca da Casale è una ballata ricavata dalle tradizioni storiche di Casale Monferrato del sec. XVII e pubblicata per le nozze Turcotti-Rotondo.

Il G. morì a Roma il 7 marzo 1911.

Fonti e Bibl.: L. Torre, Scrittori monferrini. Note ed aggiunte al Catalogo degli illustri scrittori di Casale e di tutto il ducato di Monferrato di Gioseffantonio Morano sino al 1897, Casale Monferrato 1898, p. 157; S. Farina, La mia giornata. Care ombre, Torino 1913, pp. 323-327; G. Bedarida, Ebrei d'Italia, Livorno 1950, p. 207; I periodici popolari del Risorgimento, III, Torino 1960, p. 76; O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dell'Ottocento, I, Roma 1963, p. 259; G. Licata, Storia del Corriere della Sera, Milano 1976, pp. 84, 598; La pubblicistica nel periodo della scapigliatura. Regesto per soggetti dei giornali e delle riviste esistenti a Milano e relativi al primo ventennio dello Stato unitario: 1860-1880, a cura di G. Farinelli, Milano 1984, pp. 194, 222, 294, 300, 524, 612 s., 691, 808, 1199 ss., 1208, 1249, 1266, 1390 ss., 1404; A. Briganti - C. Cattarulla - F. D'Intino, I periodici letterari dell'Ottocento, Milano 1990, pp. 54, 110, 133, 178; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, p. 499; T. Rovito, Diz. bio-bibliogr. dei letterati e giornalisti italiani contemporanei, Napoli 1907, p. 118; Enc. Judaica, VII, Jerusalem 1971, p. 547.

Vedi anche
Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. umorismo La facoltà, la capacità e il fatto stesso di percepire, esprimere e rappresentare gli aspetti più curiosi, incongruenti e comunque divertenti della realtà che possono suscitare il riso e il sorriso, con umana partecipazione, comprensione e simpatia (e non per solo divertimento e piacere intellettuale ... commèdia commèdia Secondo la definizione invalsa nel 16° sec., rappresentazione scenica, generalmente in versi, di una vicenda tratta dalla vita comune, che, attraverso un susseguirsi di casi divertenti, si risolve lietamente. Sopravvive oggi come forma d’arte drammatica pressoché unica, in cui però il lieto ... satira Composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali