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samurai

di Silvia Moretti - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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samurai

Silvia Moretti

I guerrieri dell’antico Giappone

Il termine samurai deriva dal giapponese samurau (o saburau), che significa «servire». La figura del samurai, abile uomo d’armi, nacque in Giappone verso la fine del primo millennio d.C. Solo a partire dal 12° secolo questi guerrieri divennero un gruppo privilegiato, con un importante ruolo nella società e un rigido codice etico e militare

Shogun e samurai

Alla fine del 12° secolo in Giappone il potere imperiale si indebolì. Da allora, per circa settecento anni, il paese fu governato da alcuni potenti clan familiari che imposero il loro dominio con la forza militare. Il primo di questi potenti signori della guerra fu Yoritomo, del clan dei Minamoto, che nel 1191 assunse il titolo di shogun («generalissimo»).

Fu a partire da questo periodo della storia giapponese che si affermarono i samurai, detti anche bushi, cioè «guerrieri». Costoro erano al servizio dei grandi signori terrieri (daimyo), ai quali erano legati da un giuramento di fedeltà e da un rapporto di dedizione assoluta, e beneficiavano di titoli, onori e possedimenti. Il loro compito era quello di proteggere ed espandere le terre dei loro signori e, quando questi venivano a mancare, la loro sicurezza sociale ed economica risultava compromessa (i samurai senza più un signore, spesso emarginati dalla società, erano chiamati ronin).

I samurai godevano di un grande prestigio. Molto chiusa nei confronti dell’esterno, questa élite militare era in realtà un gruppo sociale molto composito, con grandi disparità economiche all’interno, che può essere paragonato alla piccola nobiltà europea del Medioevo.

Armi e cerimonie rituali

Originariamente i samurai combattevano a cavallo e a piedi ed erano particolarmente esperti nell’uso dell’arco. Nel corso del 13° secolo, quando i Mongoli invasero il Giappone, affinarono le loro tecniche di combattimento e la spada divenne la loro arma principale e l’emblema della loro superiorità.

Le sciabole, anzi, diventarono due, una lunga e una più corta. La spada lunga dei samurai, katana, rappresentava il simbolo della forza divina che salva la vita e può dispensare la morte. Ma anche altre armi inconsuete e micidiali hanno attratto la curiosità degli occidentali: per esempio, il ventaglio costruito con l’anima in metallo, o anche il bastone, usato principalmente negli allenamenti. La variopinta armatura, composta di numerosi elementi, comportava un paziente e complesso rituale di vestizione.

Un’altra arma, la spada corta (wakizashi), veniva generalmente utilizzata nella cerimonia del suicidio rituale (seppuku, erroneamente noto in Occidente come hara kiri). Secondo la filosofia di vita dei samurai il suicidio non era dettato dalla paura o dalla disperazione, ma era un gesto consapevole che esaltava il coraggio e ristabiliva l’onore.

Il bushido, la «via del guerriero»

I samurai non erano solo uomini d’arme. La loro formazione, infatti, prevedeva un estenuante allenamento fisico e una dura preparazione psicologica e spirituale i cui fondamenti poggiavano sulle grandi scuole di pensiero orientali, come il buddismo (Buddha e il buddismo). Attraverso la meditazione zen (cioè secondo la tradizione del buddismo giapponese) i samurai dovevano acquisire la disciplina e l’autocontrollo che ne facevano formidabili guerrieri e uomini d’onore, senza cedimenti. Il loro spirito, al pari della loro spada, doveva essere tagliente e non mostrare incertezze.

La cultura giapponese è stata fortemente influenzata da questa filosofia di vita che si esprimeva nel bushido (la «via del guerriero»), un codice di comportamento morale che abbracciava ogni aspetto della vita del samurai.

Gli ultimi samurai

Nella seconda metà dell’Ottocento – nell’epoca del rinnovamento Meiji, a partire dal 1868 – il Giappone si aprì alla modernizzazione: anche l’apparato militare, dominato da questa antichissima tradizione militare, venne smantellato in favore di un esercito nazionale e centralizzato. Contro questa riforma si scatenò, nel 1877, la ribellione degli ‘ultimi samurai’, circa 25.000÷30.000 soldati che si scontrarono con l’esercito regolare, attrezzato con armi più moderne e forte di circa 300.000 effettivi. I samurai furono sconfitti e Saigo Takamori, capo della rivolta, scelse il suicidio secondo la tradizione, trasformandosi da guerriero sconfitto in eroe nazionale del Giappone.

I samurai, comunque, anche nei decenni successivi assunsero cariche importanti nell’amministrazione pubblica e nell’esercito.

Vedi anche
harakiri In Giappone, suicidio obbligatorio o volontario con cui il samurai si sottraeva alla pena capitale, o manifestava solennemente la propria protesta contro un’ingiustizia patita o il proprio cordoglio per la morte del suo signore. Si praticava squarciandosi il ventre con la spada ed era il privilegio esclusivo ... zen Forma di buddhismo giapponese, derivata nel 12°-13° sec. dalla scuola cinese Chan. Lo zen riduce la tecnica ascetica alla sola meditazione (zen), che peraltro non deve concentrarsi su alcun oggetto, per quanto elevato esso sia (neanche la stessa Illuminazione può essere oggetto dello zen). Il modo usuale ... Saigō Takamori Saigō Takamori ‹saiṅoo takamori›. - Uomo politico giapponese (Kagoshima 1826 - ivi 1877), samurai del feudo di Satsuma, oggi prov. di Kagoshima, isola di Kyūshū. Comandante delle forze di Satsuma a Kyoto, appoggiò la restaurazione imperiale (1868) e fu più tardi (1871) nominato capo della Guardia imperiale ... daimyō daimyō Nell’antico Giappone, i funzionari militari che, adibiti al controllo e alla difesa dei governatori civili delle province, con il tempo ne usurparono il potere, divenendo signori feudali. I rapporti fra i daimyo e i samurai, loro vassalli, furono regolati dal codice Buke Shohatto (1615). Sotto ...
Indice
  • 1 Shogun e samurai
  • 2 Armi e cerimonie rituali
  • 3 Il bushido, la «via del guerriero»
  • 4 Gli ultimi samurai
Categorie
  • MILITARIA in Storia
Altri risultati per samurai
  • samurai
    Dizionario di Storia (2011)
    In origine, soldato giapponese di guardia al palazzo imperiale o a un ufficio pubblico. Il termine deriva, infatti, dal giapponese saburau o samurau, «essere al servizio di». Dal 12° sec. questo termine indicò la classe militare, spesso sinonimo di bushi, generico per «guerriero». Dopo l’instaurazione ...
  • samurai
    Enciclopedia on line
    In origine, soldato giapponese di guardia al palazzo imperiale. Dopo il 12° sec. il termine indicò la casta militare e, dal 17° sec., anche gli amministratori dei daimyō, in seguito alle riforme dei Tokugawa. Per l’importanza delle guerre durante il Medioevo, i s. divennero una vera e propria casta ...
  • SAMURAI
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Marcello Muccioli . Con questo termine, derivato dal verbo samurau o saburau (lett.: essere al servizio di), si indicavano, nell'antico Giappone e fino a tutto il sec. XI, i soldati che facevano la guardia al palazzo dell'imperatore. Più tardi, nell'epoca feudale, esso passò a designare genericamente ...
Vocabolario
samurài
samurai samurài s. m. [dal giapp. samurai, der. di samurau (o saburau) «essere al servizio di»]. – In origine, denominazione dei soldati giapponesi di guardia al palazzo imperiale; dopo il sec. 12°, il termine indicò i membri della casta...
harakiri
harakiri 〈harakiri〉 s. giapp. [comp. di hara «ventre» e tema di kireru «tagliare»], usato in ital. al masch. – In Giappone, forma di suicidio, volontario o imposto, che veniva attuato squarciandosi il ventre con la spada: era tradizionale...
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