BENEDETTO Biscop, san
Abate di S. Pietro e Paolo a Wearmouth-Yarrow in Northumbria, morto nel 690. Fu di nobile stirpe anglo-sassone, e fino all'età di 25 anni servì nella corte del re Oswiu di Northumbria. Recatosi in pellegrinaggio a Roma col figlio di Oswiu, Alchfrid, rinunziò al mondo ed entrò nel celebre monastero dell'Isola di Lerino, donde, dopo un soggiorno di due anni, fece ritorno a Roma. Papa Vitaliano gli ingiunse di accompagnare in Inghilterra il nuovo arcivescovo Teodoro di Tarso (668), dal quale venne creato abate di S. Pietro di Canterbury; ma nel 674 mise mano alla fondazione del monastero di S. Pietro a Wearmouth, che fu la più grande opera della sua vita; ad essa nel 682 aggiunse l'altro vicinissimo di S. Paolo a Yarrow.
Questi due monasteri divennero uno dei più importanti centri donde l'antica civiltà latina si propagò nell'isola e sul continente. Benedetto raccolse in una serie di viaggi sul continente (ben sei ne fece a Roma) innumerabilem librorum omnis generis copiam (Beda, Historia abbatum, ed. C. Plummer, Bedae opera historica, I, Oxford 1896, p. 369), coi quali formò quella "nobilissima e copiosissima" biblioteca di Wearmouth-Yarrow, donde Beda, discepolo di Benedetto, seppe trarre quei tesori di scienza antica da lui diffusi tanto coi suoi scritti quanto per mezzo dell'insegnamento. Da Beda poi dipende il fondatore della scuola di York, Egberto, e da questa esce nel sec. VIII l'insigne propagatore dell'erudizione anglo-sassone sul continente, Alcuino. Così Benedetto, con la sua fondazione di Wearmouth-Yarrow, arricchita non soltanto di libri d'origine romana, ma anche di pitture, tappeti e altre opere d'arte portate da Roma, divenne altamente benemerito dell'antichità classica.
Disgraziatamente dei tesori letterarî raccolti da Benedetto a Wearmouth uno solo ci è indicato specificamente da Beda, un Codex cosmographorum mirandi operis, comprato da Benedetto a Roma (Beda, Hist. abbatum, ed. Plummer, I, p. 380). Possiamo però formarci un'idea delle ricchezze letterarie portate da Benedetto in Northumbria dal catalogo della biblioteca di York, inserito da Alcuino nei suoi Versus de sanctis Eboracensis ecclesiae (versi 1535-1561, Monum. Germ. Hist., Poetae latini, I, p. 203 seg.).
Bibl.: Beda, Historia abbatum, ed. Plummer, I, p. 364 segg. Lo stesso Beda pronunziò inoltre, nell'anniversario di Benedetto, un panegirico, conservatoci tra le sue omelie (Migne, Patrol. Lat., XCV, 227 segg.). Vedi C. Silva Tarouca, Giovanni "Archicantor" di S. Pietro a Roma e l'"Ordo Romanus" da lui composto, in Atti della Pontif. Accademia di Archeologia, s. 3ª, Memorie, I, i, Rom 1923, p. 159 segg.