CASAURIA, San Clemente di
Monastero d'Abruzzo, edificato sopra un'isola formata dal Pescara e in onore della SS. Trinità dall'imperatore Ludovico II. Ebbe presto dall'imperatore in tutta Italia gran quantità di possessi e fu nobilitato dalle reliquie del papa S. Clemente martire. Carlomagno e Carlo il Grosso accrebbero con nuove donazioni il monastero, che fu poi completamente distrutto dai Saraceni (916). Esso risorse al tempo di Berengario e a poco a poco ricuperò i suoi possedimenti, che gli furono riconfermati da Ottone I e ampliati da Corrado il Salico e da Enrico III. Si veniva però affermando già allora l'aggressività dei conti e dei feudatarî; e soprattutto cominciarono presto a gravare su queste regioni la minaccia normanna e le spogliazioni dei feudatarî vicini. Così, catturato l'abate Trasmondo, il monastero cadde in rovina. L'abate Giovanni (1091) riuscì a ristorare il monastero, ma, eletto vescovo di Valva, cominciò a trascurarlo. Al principio del sec. XII furono ritrovate le ossa di S. Clemente e fu questa un'epoca fortunata per il monastero. Sotto l'abate Leonate esso ebbe un nuovo periodo di splendore: fu compilato il famoso Chronicon Casauriense (manoscritto alla Nazionale di Parigi, edito in parte dall'Ughelli e poi più completamente dal Muratori). Morto Leonate, il monastero decadde, la curia romana concesse la badia in commenda e nel 1452 l'abate era divenuto commendatario. Nel 1796 Ferdinando IV ordinò la vendita dei beni della Badia casauriense, vendita che proseguì fin verso il 1807. Nel 1818 la badia fu privata anche della giurisdizione ecclesiastica e nel 1850 una bolla pontificia applicava le sue rendite al nuovo vescovado di Diano; il locale e la chiesa furono nel 1852 concessi ai riformati di S. Francesco. Con le leggi di soppressione degli ordini religiosi, il fabbricato fu ceduto al municipio di Castiglione a Casauria.
Bibl.: F. Viti, Cenno sulla regia Badia Casauriense o di S. Clemente, Napoli 1848; B. Bindi, S. Clemente a Casauria e il suo codice miniato, Napoli 1885; G. Pansa, Il Chronicon Casauriense e le vicende dell'insigne monastero benedettino di S. Clemente alla Pescara, Lanciano 1893.
Arte. - L'abbazia è un pregevole monumento di transizione dallo stile romanico al cisterciense. Iniziato nel 1176, ha la facciata preceduta da un bellissimo portico a tre arcate. Dei tre portali, ornati di rilievi nelle lunette, quello mediano ha l'architrave istoriato e una porta di bronzo (1191), spartita da riquadri a rilievo. L'interno a croce latina è diviso in tre navate, col transetto poco sporgente e l'abside rotonda. La cripta, avanzo della costruzione del sec. IX, ha nove navatelle con vòlte a crociera poggianti su tronchi di antiche colonne. Vi sono poi un candelabro pasquale goticheggiante del sec. XIII e un pergamo della seconda metà del sec. XII, forse dello stesso maestro che scolpì quello di S. Pelino, a Pentima.
Bibl.: I. C. Gavini, in Boll. d'arte, VI (1926-27), p. 97 segg.; id., Storia dell'architettura in Abruzzo, voll. 2, Milano-Roma 1927-28; P. Toesca, Storia dell'arte ital., I, Torino 1927.