SAN DONÀ di Piave (A. T., 24-25-26)
Cittadina della bassa pianura veneta, 3 m. sul mare, in provincia di Venezia, erede della posizione di Altino, posta a NE. di Mestre e a SO. di Portogruaro, non lontana dalla Laguna veneta, importante punto di passaggio presso la riva sinistra del Piave, che qui scorre tra argini. Distrutta quasi completamente durante la guerra mondiale, è stata poi ricostruita ed ha quindi un aspetto del tutto moderno; le due rive del fiume sono congiunte da un grandioso ponte di ferro. I terreni alluvionali della livellata pianura producono in quantità cereali, che si commerciano a San Donà, la quale è nota anche per le sue fiere di cavalli. È inoltre sede del Consorzio delle bonifiche del basso Piave che ha costruito un grandioso acquedotto e ha in corso la redenzione di 400 kmq. di terreno. Il comune, che è quarto per numero d'abitanti nella provincia (dopo Venezia, Chioggia, Cavarzere) si estende ora su 80,8 kmq., di cui i tre quarti occupati da seminativi. Gli abitanti si sono più che raddoppiati nell'ultimo cinquantennio (1881: 8502; 1911: 13.231; 1921: 15.849; 1931: 20.875). Circa 6000 risiedono nel capoluogo, gli altri in dimore isolate. L'agricoltura è di gran lunga l'occupazione prevalente (5500 addetti con occupazione principale e 800 con occupazione secondaria), quindi l'industria (1800) e il commercio (500); il Piave è navigabile fino a monte di Noventa.